Il giudice dimentica di firmare la sentenza: condanne annullate al clan

Samuele Di Silvio

Sono trascorsi quattro anni dalla condanna di due esponenti del clan Di Silvio, accusati di aver massacrato di botte nel quartiere dei pub un ventenne albanese.

Samuele e Gianluca Di Silvio, poi coinvolti nell’inchiesta antimafia denominata “Alba Pontina”, vennero condannati dal Tribunale di Latina rispettivamente a tre e due anni di reclusione.


Il giudice estensore dimenticò però di firmare le motivazioni di quella sentenza.

E per tale particolare ora la stessa sentenza è stata annullata dalla Corte d’Appello di Roma, rinviando gli atti a Latina per un nuovo processo.

Il 9 settembre 2014, dopo una discussione nel quartiere dei pub, a Latina, il giovane albanese venne picchiato con una mazza da baseball.

L’anno dopo il Tribunale di Latina condannò quindi a tre anni e quattro mesi di reclusione Salvatore Sparta Leonardi, a tre anni Samuele Di Silvio e a due anni Gianluca Di Silvio, andando oltre le stesse richieste fatte dal pubblico ministero.

I giudici assolsero gli imputati dall’accusa di tentata rapina e li condannarono solo per le lesioni, ritenendo anche che avessero agito rivendicando l’appartenenza o comunque il legame con il clan di origine nomade.

Il difensore dei Di Silvio, l’avvocato Oreste Palmieri, ha impugnato però la sentenza, sostenendo che fosse nulla non essendo stata firmata dal giudice estensore.

Un’argomentazione che ha convinto la Corte d’Appello di Roma. Sentenza nulla e processo da rifare.

Ma ormai il reato di lesioni si avvia verso la prescrizione.