L’ANA, associazione nazionale di categoria con base in terra pontina, dichiara lo stato di agitazione degli ambulanti.
“Il governo, con il ‘decreto crescita’, ha aggravato la situazione per gli ambulanti. Se un ambulante non versa, oppure ha un ritardo con la Tosap, i comuni possono revocargli o non rinnovargli le concessioni. I comuni così possono togliergli il lavoro e la sua unica fonte di reddito. Così è stato deciso nel ‘decreto crescita’”, scrivono dal direttivo nazionale del sodalizio.
“L’ANA da tempo sta conducendo in tutta l’Italia una grande battaglia per la riduzione della Tosap e della Cosap, più che esagerata in moltissimi comuni per errori (chissà) di calcolo. Chiediamo tariffe giuste, eque, pagamenti rateizzati e magari giornalieri. Abbiamo chiesto di limitare il potere delle società concessionarie che applicano in maniera distorta i tributi comunali. Abbiamo chiesto l’unificazione dei tributi e la semplificazione fiscale.
Da subito l’ANA chiarisce che non è dalla parte dei furbetti e con questo chiede il tempo necessario per sistemare e unificare Tosap e Cosap alle giuste tariffe e con la dovuta rateizzazione, una tassa unica che semplificasse gli adempimenti dei piccoli ambulanti. Abbiamo chiesto l’istituzione di un fondo di solidarietà per indennizzare gli ambulanti per i danni subiti da calamità naturali. Abbiamo chiesto lo stop alle licenze per nuovi centri commerciali. Abbiamo chiesto di mettere fine allo spreco di soldi da parte delle camere di commercio. Ed invece tra invii telematici e lotterie dei scontrini ci troviamo davanti a nuovi e pesanti adempimenti, milioni di euro che le vecchie associazioni dilapidano in corsi, fiere, feste, convegni, viaggi e società. Soldi nostri. Soldi pubblici versati dagli ambulanti e dei commercianti usati per scopi poco chiari”. Infine: “Occorre dare regole certe a tutte le regioni con il rinnovo automatico delle concessioni, la possibilità di affidamento in gestione e il salvataggio delle 300 concessioni degli ambulanti della Emilia Romagna che rischiano di perderle dopo i bandi della direttiva Bolkestein”.
Eppure, sottolineano i vertici dell’ANA, “di tutto questo non c’è traccia nel decreto crescita. Siamo rimasti inascoltati”. L’Associazione Nazionale Ambulanti invita pertanto tutti i protagonisti del comparto di riferimento “a tenersi pronti ad una grande mobilitazione per difendere i mercati e le fiere da chi li vuole ammazzare con politiche sbagliate”.
In questo periodo, evidenziano ancora dall’Ana, il pensiero preponderante rispetto le esigenze del settore è comunque uno solo: “Che tutte le associazioni No Bolkestein si rimettano sedute intorno ad un tavolo per decidere insieme sottoscrivendo un’unica richiesta da consegnare al Governo” e per “lavorare su iniziative unitarie decidendo anche una futura prossima data per una possibile grande manifestazione come già fatto in precedenza nella lotta alla Bolkestein”.
“Conte, Di Maio e Salvini ascoltino la voce ormai sempre più disperata degli ambulanti e correggano al più presto queste decisioni, perché sinceramente la (loro, ndr) pazienza si sta esaurendo”, è l’appello dell’ANA.