Nel 2018 abbiamo scritto: “Il progetto, opera faraonica da 129milioni di euro, della società “Marina di Cicerone spa”, nel frattempo lievitata a 201milioni, sembra giunto al punto che merita: quello morto!
La cenerentola, comparsa nel 2010 su proposta del cittadino onorario Raffaele Ranucci per essere terminata nel 2014, ha finito per occupare le tavole di progetto per trasferirsi sulle carte bollate degli azzeccagarbugli che si contenderanno le responsabilità politiche ed economiche di un progetto irrealizzabile che per anni ha illuso la città.
Lasciamo la storia alle cronache di questi giorni per sottolineare un fatto e reiterare le nostre denunce politiche. Il porto turistico è stata una discriminante del nostro agire politico. Abbiamo rinunciato a posti da assessore o consigliere per ribadire la nostra contrarietà ad un progetto inutile e scelto di affrontare in solitudine la campagna elettorale pur di dimostrare la validità delle nostre tesi. Oggi, dalla lettura di quelle carte bollate emerge la consapevolezza dell’irrealizzabilità dell’opera nel momento in cui si chiedevano maggiori costi e si segnalavano enormi ritardi nella realizzazione dell’opera. Nessuno si è opposto a quell’opera, ricompresa all’interno della variante del piano regolatore generale senza che nessuno battesse ciglio, renziani d’allora o salviniani d’oggi che fossero. Oggi si contano i danni e si pretendono risarcimenti a sei zeri.
Probabilmente si ingrasseranno solo gli avvocati che avranno da faticare non poco per dimostrare le ragioni dei propri clienti. Chi perde? Perde la città! Perdono i cittadini presi in giro da candidati consiglieri “dei nostri stivali” che non sono stati in grado di avanzare una critica che fosse una di fronte a quell’enorme buco nero che è l’area portuale di Formia. Eppure di lavoro ce ne sarebbe da fare!
La stazione marittima abbandonata a se stessa. Il polo croceristico buttato li a marcire senza che nessuno ne possa usufruire ed una stazione delle autolinee rappresentata unicamente dal container dei poveri autisti COTRAL lasciati a cuocere nel sole estivo. Nemmeno la stazione ecologica degli spazzini che effettuano la raccolta nella zona cicerone del Comune ha avuto la fortuna di essere oggetto di uno straccio di pianificazione urbanistica.
Per ora aspettiamo le scuse alla città di quanti hanno illuso i suoi abitanti promettendo lo sviluppo e l’incentivo all’economia portato dal porto turistico! Una boutade della stessa dimensione della pedemontana frutto dell’inettitudine di consiglieri comunali inadeguati a svolgere la loro funzione!
Tant’è che tra un po’ sarà un merito vantarsi di non aver mai fatto – negli anni – parte di un consiglio comunale che per la nostra città ha significato il seppellimento del sogno di una città a misura di essere umano. Ebbene il capitalismo straccione che da sempre impera a Formia ha prodotto una lunga serie di orrori ma noi non ci arrendiamo e per questo quando qualcuno vorrà iniziare a parlare di una seria pianificazione urbanistica noi saremo disposti ad ascoltarlo”.
Lo ha reso noto con un comunicato diffuso a mezzo stampa, il Circolo ‘Enzo Simeone’, partito della Rifondazione Comunista di Formia.