Quei mille trucchi e trucchetti possibili sfruttando la tecnologia anziché semplificare la vita a volte la complicano notevolmente. Devono averlo capito, seppure troppo tardi, sette studenti del liceo scientifico “G.B. Grassi” di Latina, che rischiano di finire gli esami di maturità in Procura piuttosto che con l’agognato diploma tra le mani. I ragazzi, alcuni appartenenti anche a famiglie in vista del capoluogo pontino, sono stati sorpresi durante la seconda prova scritta, quella di matematica, con dei cellulari nascosti e sono stati denunciati dalla commissione d’esame. Una vicenda su cui sta indagando la polizia postale di Latina. I commissari hanno infatti notato che i ragazzi non solo avevano i telefonini mentre stavano svolgendo il compito, ma sembra stessero utilizzando anche una chat creata su WhatsApp, in cui era inserita un’insegnante. Gli studenti, grazie a quello strumento, avrebbero inviato sulla chat appunto i quesiti relativi alla prova che dovevano svolgere, affinché la prof desse loro le risposte giuste. Immediatamente i sette sono stati bloccati ed è stato esaminato il contenuto dei telefonini. Una situazione davanti alla quale sembra abbiano avuto poco da poter obiettare e che, in base alle indiscrezioni circolate, soprattutto a due di loro rischia di far perdere l’esame di maturità. Infine la decisione della commissione di rivolgersi alla polizia, affinché indaghi sull’accaduto, esamini a fondo quei cellulari ed identifichi la prof che si sarebbe prestata a tali irregolarità. Quest’ultima sembra sia un’insegnante di Priverno, ma le indagini, dopo la denuncia presentata dalla commissione d’esame, sono appena iniziate e non vi è ancora alcuna certezza sull’identità della suggeritrice. Il rischio di dire addio al diploma di maturità e finire anche a rispondere penalmente dell’accaduto per i sette studenti è alto.
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