La cerimonia di commemorazione dei caduti del Battaglione Barbarigo X Mas della Rsi a Campoverde, il 25 aprile 2015, è finita con l’accusa di apologia di fascismo e un processo per il leader e altri due membri del movimento di estrema destra Militia, una formazione neonazista.
Ogni anno la tensione attorno al cippo che nella frazione di Aprilia ricorda i repubblichini è alta. Il giorno della Liberazione in quella zona diventa occasione per esaltare il fascismo e compattare i diversi gruppi dell’estremismo nero. E forti sono sempre anche le contestazioni dell’Associazione nazionale partigiani, tanto che è necessario un forte dispiegamento di forze dell’ordine per evitare che la situazione degeneri.
Quattro anni fa è stata una delle ricorrenze più calde e più di qualcuno avrebbe fatto una vera e propria apologia del fascismo, tra un saluto romano e l’altro.
La Digos di Roma identificò Maurizio Boccacci, 62enne di Albano Laziale, il capo di Militia, Stefano Schiavulli, 34enne romano, e Angelo Spaziano, 64enne anche lui di Roma.
I tre, accusati di violazione della legge Scelba, al termine di un’inchiesta portata avanti dal sostituto procuratore Simona Gentile, sono così finiti a giudizio davanti al giudice del Tribunale di Latina, Maria Assunta Fosso.
Il processo è in corso e riprenderà a maggio dell’anno prossimo.
Boccacci, più volte denunciato e processato per episodi di violenza, in passato ha fatto parte anche di Avanguardia Nazionale ed è stato compagno di scuola di Valerio Fioravanti, quest’ultimo condannato tra l’altro per la strage di Bologna.