Mof, mediatori in odore di mafia: confermata l’interdittiva

Confermata dal Tar di Latina l’interdittiva antimafia emessa dal prefetto di Latina, Maria Rosa Trio, a carico della Carol Mediazioni srl, società impegnata nell’attività di mediazione all’interno del Mof di Fondi.

Avallato così il sospetto della Prefettura che la ditta potesse essere condizionata dalla famiglia D’Alterio, da lungo tempo considerata riferimento a Fondi e in particolare all’interno del Mercato ortofrutticolo del clan dei Casalesi e della famiglia mafiosa dei Rinzivillo di Gela.


L’interdittiva emessa a carico di Luigi Pinto, di 62 anni, e del suo omonimo, di 57 anni, soci della Carol Mediazioni srl, che ha anche portato alla revoca da parte della società Mof dell’autorizzazione all’azienda a operare nella struttura di viale Piemonte e a una segnalazione all’Anac, era stata sospesa dal Tribunale amministrativo, ritenendo che ad un sommario esame del ricorso non fosse chiaro il collegamento tra i soci della srl e Crescenzo Pinto, indicato come socio di maggioranza nella informativa prefettizia.

Dubbi però venuti meno esaminando nel merito il ricorso. Fino al 4 giugno dell’anno scorso il 95% del capitale sociale della Carol era detenuto dal 38enne fondano Crescenzo Pinto, convivente di Melissa D’Alterio, figlia di Peppe ‘o marocchino e considerata attiva all’interno del gruppo criminale messo in piedi dal padre.

La cessione delle quote da parte del 38enne è stata considerata “un espediente per “artatamente dimostrare che non sussistono più collegamenti tra D’Alterio e la Carol Mediazioni”.

Per i giudici, che respingendo il ricorso hanno confermato l’interdittiva, “appare verosimile che i soci della Carol siano esposti al pericolo di condizionamento della criminalità organizzata di stampo mafioso”.