Si è conclusa con un bilancio lusinghiero la rassegna cinematografica dal titolo “Lo sguardo delle donne”, dedicata al tema delicatissimo della violenza di genere, promossa dal Comune di Minturno e curata dall’Associazione Culturale “Il Sogno di Ulisse”. Il ciclo di appuntamenti si è svolto dal 9 febbraio al 25 maggio presso la sala polifunzionale della Chiesa di Sant’Albina, a Scauri, grazie alla disponibilità del Parroco Don Maurizio Di Rienzo. La rassegna è rientrata nel progetto “Meteore”, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità, coordinato dal Comune di Minturno. Sono stati proiettati otto film presentati nei Festival cinematografici internazionali più prestigiosi, che hanno raccontato la vita vissuta dalle donne in diverse aree del mondo: Africa, Libano, Arabia Saudita, Yemen, Turchia, Albania e Italia.
“Siamo soddisfatti del successo riscosso da questa manifestazione – dichiara l’Assessore alla Cultura Immacolata Nuzzo – Non è retorica, ma un’attestazione del giusto riconoscimento nei confronti della professionalità degli autori della rassegna, nelle persone di Gisella Calabrese e Giuseppe Mallozzi, da anni impegnati nel settore cinematografico d’autore nonché in quello culturale, nel nostro territorio e non solo. I ringraziamenti dell’Amministrazione Comunale vanno a tutti coloro che hanno consentito la realizzazione di questo percorso: agli Uffici Servizi Sociali e Cultura del Comune nonché ai testimonial che si sono susseguiti nella presentazione dei film in programma. Le figure professionali intervenute hanno costituito un valore aggiunto al nostro progetto. Parlo di Marianna Aceto (Presidente della Consulta), delle dottoresse Franca Russo, Rita Martufi, Antonella Russo, del dottor Pino Ionta e della presidente dell’Associazione “Voci nel Silenzio”, Maria Teresa Conte. Il mio ringraziamento va anche al pubblico: la numerosa presenza alle proiezioni ed ai dibattiti ha attestato la validità delle scelte messe in campo”.
La rassegna si è aperta con il pluripremiato film etiope “Difret – Il coraggio di cambiare” di Zeresenay Berhane Mehari, co-prodotto da Angelina Jolie, che pone l’accento sul difficile tema delle spose bambine nei paesi più poveri del mondo. La pellicola racconta una storia vera, quella dell’avvocato Meaza Ashenafi e della sua lotta per la salvezza della piccola Hirut, colpevole solo di essersi difesa dalla violenza.
Il viaggio è proseguito con “E ora dove andiamo” di Nadine Labaki (Egitto), che narra la vita di un paese situato in una zona montuosa del Medioriente, dove la piccola comunità è divisa tra musulmani e cattolici, con al centro donne solidali nel cercare di distogliere mariti e figli dal desiderio di trasformare i pregiudizi in violenza.
Il terzo film, diretto da Craig Gillespie (Usa), era incentrato, invece, sulla biografia della celebre pattinatrice Tonya Harding, sportiva con una famiglia disagiata e vittima di maltrattamenti e violenze da parte del marito.
Quarto film in cartellone, “La bicicletta verde” di Haifaa Al-Mansour (Arabia Saudita). Protagonista la piccola Wadjda, che lotta per non soffocare i propri desideri di libertà. In particolare, uno di questi riguarda l’acquisto di una bicicletta verde (veicolo proibito alle donne), con la quale potrà essere alla pari del bambino con cui gioca dopo la scuola.
Molto toccante è stato il film “La sposa bambina” di Khadija Al-Salami (Yemen): Njoud, bimba di 10 anni, viene data in sposa dal padre, in una negoziazione condotta solo fra uomini, a un uomo che ha trent’anni più di lei.
Sesto film in rassegna è stato “Mustang”, opera prima di Deniz Gamze Ergüven (Francia/Turchia), ambientato in un villaggio costiero turco, dove la giovane Lale e le sue sorelle maggiori sono segregate in casa e date in matrimonio contro la loro volontà.
La rassegna allestita a Scauri si è chiusa con due film italiani. “Fortunata” di Sergio Castellitto, protagonista Jasmine Trinca, donna sulla trentina, che sta crescendo da sola la figlia Barbara di otto anni in un quartiere degradato di Roma, con un marito violento. Infine, “Vergine Giurata” di Laura Bispuri, con Alba Rohrwacher, che interpreta Hana un’orfana albanese che diventa una “vergine giurata”, ovvero giurare verginità eterna e assumere un’identità maschile.
Tutte le proiezioni sono state seguite da un dibattito molto partecipato dal pubblico intervenuto.