Cerca di portare via la figlia, poi assalta l’auto dell’ex compagna: arrestato fuori l’asilo

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Giovedì gli agenti del Commissariato di Terracina hanno tratto in arresto nella flagranza del reato di atti persecutori (stalking), lesioni personali, tentata sottrazione di minore e danneggiamento D.K., un 37enne nigeriano. Una serie di gravi reati che, secondo le ricostruzioni della polizia, l’uomo ha perpetrato nei confronti dell’ex compagna e della figlia di tre anni, entrambe cittadine italiane.

Le manette sono giunte al culmine di un episodio verificatosi nel pomeriggio, quando al centralino del 113 sono pervenute diverse richieste di intervento presso un asilo del posto: veniva segnalato che una donna, che si trovava insieme alla propria bambina, era vittima di un’aggressione brutale a cui cercava di sottrarsi. Pronto, l’intervento di una Volante e di personale della Squadra Anticrimine, che aveva già raccolto delle denunce/querele dalla malcapitata. 


All’arrivo degli agenti la giovane madre era riuscita a riparare all’interno della propria auto insieme alla figlia, cercando in ogni modo di sottrarsi alla furia dell’uomo, padre della piccola e legato sentimentalmente alla donna fino a pochi mesi fa. Peccato che l’ex compagno non abbia desistito: si era scagliato sull’autovettura colpendola ripetutamente con un oggetto contundente, al punto da mandarne in frantumi il parabrezza anteriore, con i vetri pericolosamente proiettati all’interno del veicolo.

“La donna stringeva a sé la bambina in quanto, come verrà poi ricostruito grazie alle testimonianze dei presenti e del personale della Scuola, l’uomo in assenza di alcuna autorizzazione aveva cercato di prelevare la figlia per portarla via”, spiegano dalla polizia. Sottolineando come l’accaduto abbia generato grande preoccupazione anche per via dell’orario, in prossimità dell’uscita pomeridiana dall’asilo. Erano presenti numerosi bambini e genitori. 

Una volta giunti sul posto gli operanti hanno prima bloccato il nigeriano rendendolo inoffensivo, e poi prestato una prima assistenza alla donna, che aveva riportato delle lesioni personali tali da rendere necessarie le cure del pronto soccorso dell’ospedale Fiorini.

Il culmine di una storia di tensioni (e non solo) che si protraeva da mesi. I fatti che vedono la donna vittima del suo ex compagno hanno avuto inizio da circa 4 mesi, quando la stessa gli aveva comunicato di volere interrompere la loro relazione. Una sentenza di un Tribunale aveva peraltro affidato in via esclusiva alla donna la loro bambina, causando ulteriore risentimento al 37enne, che non si era rassegnato alla fine del loro rapporto.

“Questi aveva iniziato così ad attuare atti persecutori, presentandosi all’improvviso sul luogo di lavoro della ex compagna, un albergo nel quale lo stesso prenotava una stanza in modo da poterla monitorare e farle sentire la sua non gradita presenza”, ricostruiscono dalla polizia. E non sono mancate le molestie telefoniche, numerosi i contatti sull’utenza della donna e la minaccia che avrebbe incendiato l’abitazione dove lei si era trasferita.

“In una circostanza la donna aveva acconsentito acché l’ex compagno potesse trascorrere un pomeriggio con la figlia in sua presenza!, aggiungono gli operanti. “Egli aveva programmato un gita presso un luogo da raggiungere in treno. Purtroppo quel pomeriggio aveva un epilogo drammatico in quanto, come ricostruito dall’indagine condotta dagli investigatori del Commissariato, l’uomo molestava l’ex compagna al punto che questa era costretta a scendere dal treno, approfittando della sosta in una stazione ferroviaria, per fuggire. Questi a sua volta l’aveva rincorsa e rapinata del telefono cellulare per impedirle di chiedere aiuto”.

Fortunatamente la donna e la bambina venivano soccorse da un capotreno, che permetteva all’ex compagna del nigeriano di utilizzare il telefono di servizio, riuscendo a consentire che la stessa e la piccola facessero rientro presso la propria abitazione senza ulteriori patemi.

Da quel giorno l’uomo aveva però promesso che gliel’avrebbe fatta pagare. Fino al tentativo di giovedì di sottrarre la bambina, degenerato fino alle manette in flagranza di reato. Dopo le formalità di rito, l’arrestato è stato ristretto presso la casa circondariale di Latina a disposizione dell’autorità giudiziaria.