A giudizio i quattro imputati accusati di estorsione, usura e di aver compiuto attentati con ordigni da guerra, agendo con modalità mafiose, ai danni di due imprenditori di Aprilia e Pomezia.
A disporre un processo per Sergio e Giampiero Gangemi, calabresi trapiantati da tempo ad Aprilia, Patrizio Forniti, di Anzio, e Mirko Morgani, di Latina, è stato il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Tamara De Amicis.
Il 18 maggio dell’anno scorso i quattro vennero arrestati con l’accusa di aver tormentato per quattro anni i due imprenditori.
Misure cautelari disposte nell’ambito di un’inchiesta della Dda capitolina partita dopo che il 31 luglio 2016 i carabinieri intervennero in via Poggio Paradiso, a Pomezia, dove un imprenditore riferì loro di aver sentito esplodere dei colpi d’arma da fuoco contro la sua abitazione.
Gli investigatori trovarono subito nei pressi di uno dei cancelli di accesso alla casa 28 bossoli calibro 223 Remington.
L’imprenditore, impegnato nel campo delle energie alternative, denunciò inizialmente di non riuscire a dare una spiegazione dell’accaduto, ma poi pian piano iniziò a parlare, riferendo agli investigatori dei problemi suoi e di un suo socio in affari con la famiglia Gangemi di Aprilia, che avrebbe chiesto loro 25 milioni di euro a fronte di un prestito di 13 milioni.