Condanne definitive per gli autori della tentata rapina, sfociata anche in un tentativo di omicidio, il 15 febbraio 2016 al bar Montarelli di Aprilia.
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di Vincenzo Palumbo, 75enne di Anzio, e Massimo Vitale, 46enne di Latina, un sorvegliato speciale, confermando così per loro le pene a un totale di sedici anni di reclusione.
I due fecero irruzione nel locale attorno alle 19. Avevano il volto travisato e Palumbo impugnava una pistola calibro 7,65, con matricola abrasa.
Mentre Vitale intimava ai clienti del locale di stare fermi in un angolo, il 75enne puntò l’arma contro il barista, Massimo Mattioli, chiedendogli di consegnargli il denaro. Partì un colpo e il commerciante venne fortunatamente colpito solo al giubbotto.
A quel punto, però, la pistola si inceppò e tanto il barista, un 44enne di Pontinia, quanto il titolare dell’attività, un 40enne di Aprilia, Ivano Dell’Unto, approfittarono del contrattempo per bloccare Palumbo.
Vitale, vista la situazione, cercò di fuggire, ma venne a sua volta fermato dai clienti del bar, con cui ebbe una colluttazione che lo fece finire in ospedale.
Un terzo complice, che attendeva i due in auto, facendo da palo, si diede invece alla fuga.
Giunti sul posto i carabinieri, Palumbo e Vitale vennero arrestati, messi in carcere e accusati della tentata rapina, di tentato omicidio e della detenzione illecita dell’arma.
Come chiesto dal pm i due, l’8 novembre 2016, sono stati condannati dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mara Mattioli, a otto anni di reclusione a testa.
Una sentenza confermata il 29 settembre 2017 dalla Corte d’Appello di Roma e resa ora definitiva dalla Corte di Cassazione.