Rif. Comunista attacca: “Relazione del segretario comunale un cazzotto in faccia”

Il Comune di Formia

“La relazione sul Sistema Integrato dei Controlli Interni – riferita all’intero esercizio 2018 – del neosegretario comunale di Formia dipinge un quadro allarmante sul funzionamento degli uffici comunali, in particolare per quanto riguarda l’applicazione dei provvedimenti previsti dal Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza (PTPCT) e dal Codice di Condotta. Addirittura lo stesso segretario Izzo scrive che «le segnalate criticità, alcune rilevanti anche sul piano di possibili fattispecie penalmente rilevanti o di danno all’Erario Comunale (per le quali si è provveduto, o si provvederà, alla segnalazione alle competenti Autorità Giudiziarie) provengono tutte da attività politico-amministrative-gestionali del passato ma continuano ad estendere i loro effetti anche nel presente per cui occorre, con urgenza, provvedere a porre rimedio a tali “criticità”».

La cosa non ci ha sorpreso, in quanto sono anni che inascoltati denunciamo l’uso disinvolto con il quale viene gestito il comune di Formia, da parte di quanti in questi anni hanno amministrato la nostra città. Dall’uso abnorme delle proroghe dei contratti di affidamento della gestione dei servizi comunali, nonostante la legge lo consenta solo per il tempo necessario per l’espletamento della nuova gara e che comunque devono essere previste nel contratto, fino alla mancata realizzazione del Porto turistico “Marina di Cicerone”. In quest’ultimo caso si legge infatti che il concessionario ha cercato di addebitare la colpa ai ritardi dell’amministrazione comunale, ma in realtà tali ritardi sono stati causati proprio dal concessionario, che non ha provveduto a produrre la documentazione tecnica necessaria come prescritto nel contratto di concessione, provocando così una lunga fase di stallo «che impedisce tuttora a questa amministrazione di programmare eventualmente ulteriori e/o diverse iniziative tese al perseguimento dell’opera».


Ad aggravare la situazione la mancata richiesta di danni da parte così come previsto dalle disposizioni contrattuali (Articolo 8 – penali). A garanzia dell’esecuzione dei lavori è stata inoltre «stipulata una garanzia fidejussoria per un importo di euro 6.538.400,66, pari al 10% (dieci per cento) dell’ammontare complessivo dei lavori previsti per la costruzione delle opere al netto di IVA». Crediamo che le casse comunali avrebbero tratto giovamento dalla riscossione di 653mila euro, ma non è mai troppo tardi. Invitiamo quindi l’attuale amministrazione comunale ad attivare l’avvocatura comunale per incassare quanto dovuto. A chi spettava la vigilanza su tutte le fasi di realizzazione dei lavori e verifica il rispetto del contratto? Al RUP (Responsabile unico del procedimento) nominato dall’allora amministrazione comunale di Formia. Non abbiamo mai avuto il piacere di leggere il contratto nella sua interezza, probabilmente temevano che potessimo ficcare il naso dove non si doveva. Addirittura il contratto è stato stipulato in assenza di informazione antimafia. Nel mezzo l’allegra gestione delle concessioni a terzi di sovvenzioni, contributi, sussidi e premi, che ha chiaramente determinato la premialità per gli amici e la penalizzazione per gli altri. Senza poi tralasciare la gestione degli impianti sportivi comunali che ha favorito indebitamente taluni operatori economici a danno di altri. Addirittura ci sono concessioni scadute e mai rinnovate e nonostante questo gli ex-concessionari hanno continuato ad usare beni comunali. Vedi quella dei Campi da Tennis in Località Ponteritto (concessione scaduta il 09/05/2013) e l’impianto Pluriuso Via Cassio (concessione scaduta il l 10/11/2009). Entrambi gestite da parenti di ex-consiglieri comunali, i quali non pagano nemmeno più il canone di concessione di circa mille euro annui. Beati loro che possono fare gli imprenditori cavandosela così a buon mercato. Poi c’è il caso del Palamendola dove non è previsto alcun canone e l’affitto temporaneo è scaduto. Ed infine la truffa perpetrata a danno della collettività dello stadio comunale di Maranola, di cui abbiamo chiesto conto innumerevoli senza ricevere uno straccio di risposta. E potremmo andare avanti per ore a elencare gli orrori della nostra città. Ci preme sottolineare il lungo elenco di colpevoli che hanno alimentato questo mal costume. In tal senso hanno omesso qualsiasi forma di controllo i consigliere comunali, in particolari quelli che che in questi anni sono stati nominati componenti della commissione sport e infine gli assessori.

Siamo infine curiosi di sapere se la corposa relazione è stata spedita o meno alla Corte dei Conti.

In attesa di saperlo auguriamo buon lavoro a chi ha a cuore il vero interesse della città.”