Mafia sì, mafia no: una questione di «palle». Tra accuse di negazionismo e difese indignate

Elvio Di Cesare

A lanciare per primo il sasso è stato l’arrembante Elvio Di Cesare, segretario dell’associazione antimafia “Caponnetto”. Riferendosi all’esito della seduta in questione della Commissione regionale antimafia, tramite Facebook si è lasciato andare a un intervento conclusosi con uno sferzante quanto eloquente «Benvenuti in provincia di Casale di Principe». Di Cesare, è evidente, nel suo intervento ce l’ha con gli assenti più o meno giustificati, ovvero i primi cittadini di Fondi, Gaeta, Santi Cosma e Damiano e Minturno, da dove però è stato inviato un delegato. Ma se la prende soprattutto con chi c’era e, a suo dire, non ha detto. «L’unica a parlare chiaro è forte, con tanto di nomi e cognomi, è stata Paola Villa». Non il sindaco di Itri, né quello di Castelforte, a suo dire in sostanza troppo rassicuranti.

A PAGINA 3 – TRANO (M5S): «I SINDACI CHE NON HANNO LE PALLE TOGLIESSERO LA FASCIA»


A PAGINA 4 – (M5S): «SINDACI INTERVENGANO ANCHE IN COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA»

A PAGINA 5 – IL SINDACO DI FORMIA CONTRO GLI OMOLOGHI: «HO NOTATO NEGAZIONISMO»

A PAGINA 6 – LA LEVATA DI SCUDI DEI PRIMI CITTADINI SOTTO ACCUSA 

A PAGINA 7 – IL SINDACO DI ITRI: «MIE PAROLE FRAINTESE»

A PAGINA 8 – IL SINDACO DI CASTELFORTE: «AMAREGGIATO»

A PAGINA 9 – IL SINDACO DI MINTURNO: «CONSAPEVOLI DELL’ESISTENZA DI INFLUENZE»

A PAGINA 10 – IL SINDACO DI FONDI: «QUADRO MOLTO CHIARO, C’E’ SOLO BISOGNO DI AGIRE»