Decreto sicurezza, Articolo Uno MDP Formia: “L’amministrazione assuma una posizione chiara”

Torniamo ad occuparci di accoglienza ed integrazione, certamente sollecitati da quanto avviene nel nostro Paese. Ovvio il riferimento al Decreto Sicurezza, ormai legge dello stato”.Esordisce così il comunicato diffuso a mezzo stampa dal coordinamento del gruppo cittadino ‘Articolo Uno MDP Formia’.

“Risale a qualche tempo addietro, un nostro invito rivolto all’amministrazione comunale di Formia, di produrre un atto politico amministrativo in grado di arginare quel processo di regressione sociale e culturale al quale inevitabilmente quel decreto conduce. Chiedevamo che il Comune di Formia aderisse a quella rete di Comuni e di Sindaci, determinata nella sua azione di disobbedienza civile (v. Sindaco di Palermo) e di opposizione   alla deriva xenofoba che il Decreto governativo produce.


Il Comune di Formia

La risposta alla proposta è ancora avvolta nel silenzio e auspichiamo che ci giunga un segnale chiaro di condivisione.

Apprendiamo  che , proprio in questi giorni, si sono svolti diversi incontri che hanno visto protagonisti Comuni e Associazioni di settore nei quali sono stati sottolineate le criticità ( noi preferiremmo chiamarle nefandezze) connesse all’applicazione della norma .

Solo per ricordarne qualcuna:  l’impossibilità di iscrizione anagrafica per le persone richiedenti o già in possesso di protezione umanitaria, ivi compreso i minori non accompagnati, con conseguente  impossibilità di accedere ad ogni forma di tutela, compreso quella sanitaria; l’eliminazione del personale specializzato nelle attività di integrazione; l’abolizione dell’insegnamento dell’italiano  nei centri di prima accoglienza .

Prescrizioni del tutto lesive dei principi più elementari della convivenza democratica in un paese che possa dirsi civile.

Prescrizioni che in nome di una presunta sicurezza, non solo calpestano diritti fondamentali della persona,  ma ingenerano più grave e preoccupante insicurezza, rendendo ‘invisibile’ e, dunque, fuori controllo un numero indefinito di persone, accentuandone la miseria e la disperazione. ”. Più persone rimarranno per strada, senza vitto, senza alloggio e “senza volto”   Superfluo sottolinearne gli effetti sulla inneggiata “sicurezza

Diversi comuni hanno utilizzato, per aggirare il decreto , almeno per garantire l’iscrizione all’anagrafe, un articolo del testo unico di immigrazione che ammette , dopo tre mesi di dimora abituale nel proprio Comune, di iscriverli in un proprio registro anagrafico.

Corollario fondamentale a questa proposta è che si organizzi un sistema di accoglienza che non lasci nessuno per strada. Vogliamo che Formia sia sempre capace di proporsi come città dell’accoglienza e della integrazione , in grado di garantire a tutti i diritti umani  fondamentali.

E non è sufficiente fermarsi all’enunciazione di propositi solidali che non mettono , però, in discussione gli assi fondamentali sui quali il decreto si regge. Per questo parlavamo di disobbedienza, per questo torniamo a riproporre con forza l’idea di una azione vera di accoglienza e di inclusione

Su questi temi che attengono al senso di civiltà , la città deve esporsi in maniera netta e con una posizione di chiarezza che va anche al di là degli aspetti meramente amministrativi.

Sono tempi in cui diventa  necessario lavorare in difesa di valori che dovrebbero essere scontati e che invece non lo sono più.

Proprio per questo abbiamo apprezzato l’incontro tra sindaci del Mediterraneo che si è tenuto a Roma , in questi giorni, nell’intento di porre  le basi per la creazione di una rete  di città solidali ed integrate che provino a contrastare le politiche sovraniste di chiusura dei porti alle navi che salvano i migranti e a mettere in campo un’alleanza tra città europee che diano appoggio alle organizzazioni umanitarie impegnate nel Mediterraneo e lavorare insieme per combattere l’involuzione dei principi fondativi della Ue-

Anche il Comune di Formia, così come ha fatto il Comune di Latina, dovrebbe farne parte: una scelta che farebbe chiarezza sulla posizione della nostra città”.