Don’t touch 2, un patteggiamento e diciannove rinvii a giudizio

Diciannove rinvii a giudizio e un patteggiamento. Si è conclusa così l’udienza davanti al giudice Pierpaolo Bortone per gli imputati nel procedimento “Don’t touch 2”, in cui sono confluiti alcuni episodi emersi nell’inchiesta sulla organizzazione criminale costituita nel capoluogo pontino da Costantino Cha Cha Di Silvio rimasti fuori dal processo principale.

A patteggiare è stata l’anziana Teresa Listo, accusata insieme ad alcuni “soldati” dell’associazione per delinquere di aver detenuto illegalmente due armi da guerra e vario munizionamento.


Per lei il giudice ha così accolto un patteggiamento a un anno e quattro mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena.

A giudizio, come chiesto dal pm Claudio De Lazzaro, sono invece finiti di nuovo Costantino Cha Cha Di Silvio, Gianluca Tuma, Salvatore, Angelo e Giuseppe Travali, Francesco Viola, Angelo Morelli, Riccardo Pasini, Gino Grenga, Vincenzo Guerra, Benvenuto Toselli, Giancarlo Alessandrini, Stefano Ciaravino, gli apriliani Francesco Falco, Vincenzo Scala, Anna Maria Giammasi, Gino Rampello, e i carabinieri Fabio Di Lorenzo e Giuseppe Almaviva.

Salvatore Travali è accusato di spaccio di mariuana, della detenzione illecita delle armi insieme al fratello Angelo e a Listo e, sempre insieme al fratello Angelo e ad Angelo Morelli, di aver pestato Benvenuto Toselli.

Costantino Cha Cha Di Silvio, il capo dell’associazione per delinquere, è accusato di aver minacciato Matteo Palombo, che aveva criticato l’onorevole Pasquale Maietta circa la mancata partecipazione di quest’ultimo alla manifestazione di solidarietà verso il giudice Lucia Aielli, e Tuma di intestazione fittizia di beni e di aver minacciato Vittorio Buongiorno, giornalista del Messaggero.

Sempre di intestazione fittizia di beni, operazioni compiute per eludere eventuali sequestri e confische, sono poi accusati Gino Grenga, Vincenzo Guerra, Giuseppe Travali, Angelo Travali, Francesco Viola, Angelo Morelli e Stefano Ciaravino.

Francesco Viola è ritenuto inoltre responsabile di detenzione illecita di una Magnum 357 e di una pistola mitragliatrice.

Riccardo Pasini è accusato invece del porto illegale di una rivoltella, Benvenuto Toselli di falsa testimonianza nel processo “Don’t touch” circa il pestaggio che avrebbe subito e il capò ultrà del Latina Calcio, Giancarlo Alessandrini, detto “Giancarlone”, di aver messo sul bus con cui la tifoseria nerazzurra, il 23 settembre 2014, si è recata a Pescara, grossi tondini in ferro, da utilizzare per eventuali scontri.

I carabinieri Giuseppe Almaviva e Fabio Di Lorenzo, di Aprilia, sono accusati di aver ricevuto denaro da Francesco Falco in cambio di informazioni sulle indagini in corso, su eventuali sequestri e arresti. E l’apriliano Falco di aver spacciato cocaina a Di Lorenzo.

Sempre di spaccio di cocaina sono infine accusati gli apriliani Gino Rampello, Anna Maria Giammasi e Vincenzo Scala.

Un processo bis che, dopo le condanne definitive per Don’t touch e il riconoscimento della costituzione di un’associazione per delinquere capeggiata da Cha Cha, avrà inizio il prossimo 14 maggio, davanti al II collegio penale del Tribunale di Latina.