In Foto il Viminale, sede del Ministero degli Interni
Dopo il caso dei sindaci anti “Decreto Salvini” e le notizie che parlano anche della Regione Toscana e quella Piemonte, pronte a muoversi per imbracciare gli strumenti previsti dall’ordinamento giuridico e ricorrere contro il provvedimento, per arrivare fino in seno alla Corte Costituzionale, continua a muoversi qualcosa anche se a macchia di leopardo.
Anche in provincia di Latina arrivano le prime posizioni, o proposte, per cercare di indurre alcune amministrazioni a percorrere la strada della “disobbedienza civile”, o puntare a quella giuridica dei ricorsi presso la magistratura.
Nel nostro territorio, mentre il dibattito politico locale mantiene l’attenzione anche sul tema in più di qualche centro, lo smuovono a gamba tesa Potere al Popolo e l’ANPI e ARCI di Formia.
Da Potere al Popolo chiedono “ai sindaci della provincia di seguire l’esempio di Latina e Cori di non applicare il decreto in questione e quindi di aderire alla rete dei comuni che chiede la revisione del decreto”.
ANCI e ARCI, invece, in una nota congiunta fanno appello all’amministrazione comunale: “Formia, dia un esempio di civiltà contro la insopportabile barbarie di questi tempi”. A Formia, tra l’altro, si tratta della seconda presa di posizione in pochi giorni, dopo che il consigliere comunale del Pd Claudio Marciano aveva già chiesto di “disapprovare il decreto”.
A PAGINA 2 LA LETTERA DI POTERE AL POPOLO PROVINCIALE
A PAGINA 3 LA NOTA DI ANPI E ARCI FORMIA