Villa al posto di una falegnameria: confermato il sequestro

Confermato dal Tribunale del Riesame di Latina il sequestro di una villa realizzata a Cori in zona artigianale al posto di una falegnameria. I giudici hanno respinto il ricorso presentato dal proprietario dell’immobile, un avvocato, e avallato così la decisione presa dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano e poi convalidata dal gip.

Secondo gli inquirenti la villa è stata appunto costruita dove era prevista solo una bottega artigiana. Nella zona artigianale, in località Sant’Angelo, sarebbero ammessi solo “insediamenti produttivi”, ma i carabinieri del Nipaf, fatti alcuni controlli, avevano verificato che in una prima Dia, la Dichiarazione di inizio attività, e successivamente con una Scia, la segnalazione certificata di inizio attività, in variante – in sostanza le dichiarazioni che vengono fatte per costruire – il proprietario e il progettista dell’immobile avevano assicurato di voler realizzare un opificio per la lavorazione del legno e invece avevano appunto tirato su una villa.


Sempre gli investigatori avevano poi constatato che prima del loro intervento tanto la polizia locale quanto l’ufficio tecnico, dopo aver compiuto un sopralluogo, non avrebbero fatto particolari contestazioni.

Il sostituto procuratore Giuseppe Miliano, ipotizzando violazioni alle norme urbanistiche, falsi e omissioni, aveva così indagato nuovamente la ormai ex responsabile dell’ufficio tecnico comunale, il proprietario dell’immobile – un avvocato sposato con una consigliera comunale di maggioranza con delega alle attività produttive – il progettista e il costruttore.

Fatti altri approfondimenti, il sostituto Miliano ha poi indagato anche una vigilessa che aveva effettuato i controlli nell’immobile senza appunto fare particolari contestazioni.

E infine il magistrato, ipotizzando la lottizzazione abusiva, il falso, l’abuso edilizio e violazioni alle leggi sismica e paesaggistica, ha disposto il sequestro urgente dell’immobile, ordinando alla famiglia che lo occupa di sgomberarlo entro 15 giorni.

Uno sgombero che, dopo il ricorso respinto dal Riesame, appare ora imminente.

Intanto le indagini sull’urbanistica a Cori proseguono e altri casi già sono al vaglio degli inquirenti.