Omicidio volontario e rapina aggravata. Queste le accuse con cui il sostituto procuratore Giuseppe Bontempo ha chiesto il rinvio a giudizio del 36enne di nazionalità indiana, Gabbar Singh, responsabile dell’aggressione che lo scorso anno causò la morte di Armando Martufi, 55 anni, di Cori, gestore del locale centro ippico in località Fontana del Prato.
Tra i due vi sarebbero stati dei dissapori per problemi di lavoro, più nello specifico per del denaro che l’imputato reclamava dall’imprenditore.
Il 31 gennaio dell’anno scorso, nel corso di un litigio, il 36enne aggredì quindi Martufi all’interno del maneggio, colpendolo ferocemente con una forca, per poi darsi alla fuga.
La vittima, trovata nel centro ippico priva di conoscenza, venne trasportata in gravissime condizioni all’ospedale “Goretti” di Latina, dove venne ricoverata in rianimazione e dove dopo un mese e mezzo di agonia, senza mai uscire dal coma, spirò. Troppo gravi le lesioni subite alla testa.
I carabinieri, messisi sulle tracce dell’operaio indiano, lo rintracciarono e arrestarono nel giro di ventiquattro ore. Si era spostato prima a Sermoneta e poi ad Aprilia, dove venne bloccato.
Si giustificò dicendo che non gli era stata data la paga per tre mesi di lavoro e che per quei soldi aveva discusso con Martufi.
E ora a decidere se rinviarlo a giudizio sarà, il prossimo 19 dicembre, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota.
I familiari di Martufi intendono costituirsi parte civile tramite gli avvocati Amleto Coronella e Emanuele Vari.