Ci sono dolori che non tacciono, che ti insegnano a viaggiare a marcia indietro, che ti rendono il senso del tempo: veloce, inconsapevole, invisibile, silenzioso, prezioso, sprecato per alcuni. In quelle frazioni di secondo ti affretti ad amarla la vita anche se ti ha strappato via la parte più vera di te stesso: un figlio.
C’è chi però in spazio tra un istante e l’altro quando il dolore picchia forte, dopo aver pianto senza aver più lacrime dove l’assenza ha un peso insopportabile; trova la forza di raccontare la sua storia e “trasformare un’assenza in presenza” come afferma Marialuisa, mamma del piccolo Matteo, prematuramente scomparso lo scorso anno. Ed ecco la nascita dell’associazione “La Forza di Matteo”, che grazie al contributo del Comune di Gaeta presso il Teatro Ariston il 6 dicembre ha omaggiato il ricordo del piccolo guerriero stroncato da una terribile malattia circa un anno fa, con l’evento di beneficenza “Le impronte del cuore – Insieme per Matteo”.
Sotto la direzione artistica di Maria Riccardelli si sono esibiti il coro della scuola Santa Maria ‘Soror Ave’, le allieve del ‘Centro Sportivo Flonic’ della presidente Floriana De Meo, e talentuosi coristi e pianisti. Il ricavato dell’evento è stato devoluto all’associazione ‘Heal’ impegnata per la ricerca nel campo neuro-oncologico pediatrico. Simone De Biase, presidente di Heal, ha spiegato che “quando un bambino si ammala, si ammala anche la famiglia e da quel preciso momento in cui non trovi una spiegazione a quello che ti sta accadendo cominciano i viaggi della speranza”. “Hael significa ‘cura’, ma contiene in sé il ‘prendersi cura’, perché la fragilità è dietro l’angolo e l’unica cosa che davvero ti dà la speranza di un giorno in più è la ricerca. Ecco la nascita dell’associazione perché la ricerca medica deve essere supportata così che tante storie siano a lieto fine”.
Le due associazioni con percorsi di vita similari, nate da una solidarietà instaurata tra corsie d’ospedale e la condivisione di un atroce dolore, hanno voluto con tenacia che si andasse oltre quella specie di tranquilla malinconia, quella sorta di calma apparente che ti fa sopravvivere. Loro però hanno voluto fare un plauso alla vita, inneggiarla nonostante il buio e mentre i piccoli e candidi cantori intonavano incerti le loro note o fluttuanti ballerine nei loro tutù volteggiavano in sincrono, c’era la voglia di ritrovare una gioia, anche se istantanea. Come se uno scatto di un tempo non restituito fosse vissuto ancora una volta. Nell’auditorium riecheggiavano delle parole che tra la commozione partecipe hanno portato con sé un messaggio: “Nessun amore sarà mai sprecato se segnate il mondo con il vostro amore ed al ritmo del vostro cuore lasciate un’impronta”.
A PAGINA 2 – PARLANO I GENITORI DEL PICCOLO MATTEO: VIDEO
A PAGINA 3 – PARLA IL SEGRETARIO DELL’ASSOCIAZIONE HEAL: VIDEO
A PAGINA 4 – IL MEDICO DEL REPARTO DI ONCOLOGIA DEL BAMBINO GESÙ: VIDEO
A PAGINA 5 – LE IMPRONTE DEL CUORE, UN MOMENTO DELL’EVENTO: VIDEO