Il Tar riabilita una guardia giurata e la fa tornare in possesso delle armi

Il Tar di Latina

Guardia giurata “riabilitata” e “riarmata” dal Tar di Latina. A distanza di un anno dal ritiro delle armi, del decreto di guardia particolare giurata e del porto di pistola del ricorrente da parte del commissariato di Formia, il Tribunale amministrativo ha annullato tutti gli atti impugnati.

Alla guardia giurata le armi erano state ritirate nel dicembre scorso. Il commissariato aveva preso il provvedimento dopo che il datore di lavoro del vigilantes lo aveva denunciato per minacce. E a pesare erano stati anche due certificati medici emessi dopo che la guardia giurata, per problemi di stress, era finita all’ospedale di Minturno.


Nell’ottobre scorso la Prefettura di Latina aveva quindi vietato al vigilantes di detenere armi, munizioni e materiali esplodenti, gli aveva sospeso il rinnovo del decreto di guardia particolare giurata e il porto d’armi.

Tutti atti impugnati dalla stessa guardia giurata. Quest’ultima ha sostenuto che i dissapori con il suo datore di lavoro, che gestisce un istituto di vigilanza a Formia, erano relativi al fatto che lui svolgeva attività sindacale e aveva contestato all’azienda una serie di inadempienze contrattuali.

Ha aggiunto che le presunte minacce sarebbero avvenute durante una riunione sindacale, che non si era svolta essendosi presentato il responsabile della società insieme a dei soggetti estranei, e che comunque non vi era stata minaccia, ma solo preannunciata l’intenzione di voler querelare il datore di lavoro.

Sempre il vigilantes ha poi evidenziato che i certificati medici erano relativi a delle visite in ospedale, dove si era recato vittima dello stress causatogli da una lettera con delle contestazioni disciplinari, che l’indagine aperta a suo carico dopo essere stato denunciato per minacce è stata archiviata e che lui ha specificato al commissariato di voler ritirare la querela che aveva presentato nei confronti del datore di lavoro.

Argomenti che hanno convinto i giudici. Secondo il Tar, prima di prendere i provvedimenti che hanno bloccato l’attività della guardia giurata, con tanto di ritiro delle armi, la Prefettura avrebbe dovuto valutare bene la situazione mentre, sempre per i giudici, non sarebbe stata fatta alcuna valutazione e le circostanze poste alla base degli atti impugnati si sono anche rivelate infondate.

Tutti annullati dunque gli atti oggetto del ricorso e il Ministero dell’interno è stato anche condannato a pagare seimila euro di spese.