Se non amici come prima, quasi amici. Pacche sulle spalle, sorrisi smaglianti, abbracci. Un quadretto amorevole, a vederlo. Tra l’assessore al Turismo Kristian Franzini e il consigliere d’opposizione Pasquale Cardillo Cupo è scoppiata la pace. Ed ecco che la querelle sul pass che non doveva esserci pare… passata. Le polemiche e le accuse? Le paventate bussate in Procura? La ‘sfida’ dei tesserini-replica, a metà fra goliardia e sobillazione popolare? Roba di una manciata di giorni fa, eppure adesso per i diretti interessati pare un ricordo lontano.
A fare da sfondo alla riappacificazione, seguita da un pubblico mea culpa dell’assessore finito nell’occhio del ciclone per l’utilizzo improprio, da editore, di un tesserino riservato ai giornalisti e atto a parcheggiare gratis sulle strisce blu, è stata la sala del consiglio comunale di Formia. Occasione propizia, l’ultima assise: tema centrale, lo spauracchio rappresentato dal Pontile Petroli Eni; a margine, l’epilogo da libro Cuore tra Franzini e Cupo. L’ascia di guerra fino a prima brandita causa pass galeotto è stata seppellita tramite reciproco avvinghiamento. Non pochi, fra i molti presenti in aula, per un attimo avranno pure pensato che fosse pronta a scoccare la scintilla della passione.
Pace fatta, dunque. Forse una mossa distensiva all’insegna del rispetto, in primo luogo personale e quindi politico. O magari solo una nuova tappa del vecchio, abusato gioco delle parti. Di una pantomima che ha la stessa età dell’arte dell’amministrare la polis. Chissà. E chissà, poi, se sarà un volemose bene ad orologeria. Lo dirà il tempo.
Intanto in coda – ma non troppo – dice qualcosa l’assessore. Più di qualcosa, anzi. Con un lungo intervento sulla propria pagina Facebook, ormai mezzo di comunicazione prediletto da gran parte dei politici, e non solo, Franzini ha fatto un passo indietro. Annunciando di aver restituito nei giorni scorsi il pass della discordia, e facendo ammenda: “Sono stato uno sciocco”, ha scritto, “ho commesso una scorrettezza”. Pur ritenendosi “una persona ‘pressoché’ onesta”. Parole da ritenersi, dice, “un atto di reale trasparenza”, in barba all'”ipocrisia formale”. Ed ancora: “Sbaglierò, anzi sicuramente sbaglio, ma non mi arrendo al pensiero largamente diffuso che una persona, nel momento in cui riveste un ruolo pubblico, debba apparire irreprensibile”. Non è mancata, infine, una riflessione sulla deriva dell’attuale panorama politico. Senz’altro ricordevole, emoticon annessi, la chiosa social dell’avvocato Cupo: “Non ti ho detto sciocco ma ‘cazzarellone’!! ???? E comunque ci hai rovinato il Natale, ora dovremo restituire anche noi i nostri Pass!”.
Addio al tesserino stampa dell’assessore; addio alle copie tarocche del consigliere e dei suoi sodali; addio alle roventi polemiche scivolate sulle strisce blu. A sostituire j’accuse, mea culpa e dietrofront, sono arrivati sorrisi, baci e abbracci. Per la serie: abbiamo scherzato. Almeno fino alla prossima contesa. È la politica ai tempi dei social, bellezza.
A PAGINA 2 – LA CHIUSURA SOCIAL DELL’ASSESSORE