Appalti e ombre: il blitz antimafia all’Anas, i funzionari da inchiesta e l’ex sindaco campano “amico” dei clan

(I funzionari della Dia escono dal Municipio di Formia carteggi alla mano)

Mentre continuano i blitz volti all’acquisizione di documenti, il più recente andato in scena nella Capitale, per gli appalti del Comune di Formia finiti nel mirino dell’Antimafia tremano in tanti. Fuori, ma soprattutto nell’ambito del Municipio. Sulla lista degli indagati complessivamente figurano infatti una ventina di soggetti. Per un’inchiesta che vede la turbata libertà degli incanti come ipotesi di reato principale e in cui hanno fatto capolino a vario titolo imprenditori, politici da oltre il Garigliano e colletti bianchi.


Ed è proprio su questi ultimi che si sarebbe concentrata la lente d’ingrandimento degli inquirenti: funzionari comunali infedeli che avrebbero favorito interessi particolari abusando delle loro posizioni privilegiate, secondo il teorema investigativo. Tecnici ancora in organico, nel caso non fossero fra quelli che a cavallo fra l’amministrazione democrat guidata dal sindaco Sandro Bartolomeo e quella dell’omologo civico Paola Villa hanno salutato per pensionamento (se ne contano almeno quattro) o per trasferimento in altro entro locale (uno).

Quali che siano, quella che viene tratteggiata dall’inchiesta, nata in virtù di una convenzione fra Anas e Tribunale di Cassino in materia di grandi appalti e di seguito allargatasi, è una macchina burocratica deviata, piegata ad interessi altri. Come ai tempi del cosiddetto Sistema Formia, il giro di politici, imprenditori e colletti bianchi che per il castello accusatorio della Procura di Latina aveva pilotato un serie di appalti, concessioni e incarichi tra il 2008 e il 2012, all’epoca dell’ultima amministrazione guidata dallo scomparso Michele Forte, ai tempi indagato. Estraneo alle indagini odierne, almeno stando al poco trapelato, l’ex primo cittadino Bartolomeo: il ‘sistema’, o almeno ‘un’ sistema, avrebbe continuato ad operare a sua insaputa.

(La Dia a spasso per il Comune di Formia)

L’inchiesta di oggi si è palesata nei giorni scorsi, quando gli uomini della Dia di Roma – intervenuti nonostante al momento non vi siano contestazioni riguardanti reati inerenti la criminalità organizzata –  si sono presentati in Comune dietro delega del sostituto procuratore di Cassino Chiara D’Orefice. Obiettivo, acquisire in particolare i carteggi relativi a tre filoni, riguardanti l’arco temporale 2015-2017: l’appalto per la realizzazione di nuovi impianti di pubblica illuminazione, finito nelle mani della Garofalo Costruzioni di Casapesenna; la consulenza alla società Prometeo di Fondi per la “Smart City”, nell’ambito del progetto “PlusAppia, via del mare”, finanziato dalla Regione Lazio con fondi europei; la convenzione fra la Regione Lazio, il Comune e l’Anas per le realizzazione del tratto di Pedemontana in territorio formiano. Presso la sede di Roma dell’Ente nazionale per le strade questa mattina si sono portati gli investigatori della Dia, sulla scia del recente blitz a Formia andati via con i carteggi riguardanti l’intervento per la realizzazione della variante della Pedemontana, mai effettuata.

Al di là dei presunti funzionari di Palazzo infedeli, dalle pieghe delle investigazioni – che possono contare anche su intercettazioni – emergono in qualche modo due figure, entrambe campane. Il titolare di una ditta originario di Caserta e da tempo residente a Formia. E un politico a dir poco chiacchierato, l’ex sindaco di Villa Literno e consigliere regionale campano Enrico Fabozzi. Un uomo del Partito Democratico arrestato nel 2010 per aver indirizzato appalti verso ditte vicine al clan dei Casalesi, e per questo condannato nel 2015 in primo grado a 10 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa: volgendo – chissà perché – lo sguardo alle terre pontine, secondo l’inchiesta in essere avrebbe tentato di spingere per sbloccare i lavori della Formia-Gaeta. E quindi l’annesso appalto milionario.

No comment da parte del sindaco Villa rispetto le ultime indiscrezioni: “Ci sono delle indagini in corso, non posso esprimermi”.