Confermata la confisca dello zoo safari di Borgo Grappa. Il titolare della struttura ha portato avanti la battaglia fino in Cassazione, ma invano.
Era il 2013 quando i forestali sequestrarono e poi confiscarono l’attività e gli animali che ospitava, specificando che i gestori non avevano le autorizzazioni necessarie.
Vennero trovati nello zoo anche uno scimpanzè, dei macachi, dei canguri, un elefante, delle istrici, testuggini di terra e tartarughe d’acqua.
Tutti animali affidati a strutture specializzate presenti nel Lazio e in Emilia Romagna. E i proprietari dello zoo vennero anche denunciati con le accuse di detenzione illegale di animali pericolosi, violazione dei sigilli e maltrattamenti di animali per lo stato in cui vennero trovate una civetta delle nevi e un’iguana.
Un intervento che i forestali specificarono essere il primo in Italia che portava alla confisca di un intero zoo e degli animali lì presenti.
Il responsabile della struttura si è opposto alla confisca con un ricorso al Tribunale di Latina, subito però bocciato. E il provvedimento è stato confermato anche dalla Corte d’Appello di Roma e ora dalla Corte di Cassazione, evidenziando che a Borgo Grappa il “Safari Park” sarebbe stato un piccolo zoo non autorizzato e non una semplice mostra permanente di animali allestita nel periodo in cui gli stessi non venivano utilizzati per attività circensi, come sostenuto invece dal ricorrente.