Formia, la presentazione di ‘Elisir’, ultima fatica letteraria di Simone Nardone (#VIDEO E #FOTO)

di Anna Maria Grippo

Si ha spesso una curiosità irrequieta delle cose che non si possono sapere che spinge gli essere umani a lasciarsi ammaliare da un fascino pericoloso: quello dell’ignoto, che domina su tutto. L’ossessione per un mito antico e la convinzione che si celi a Fondi, città del sud del Lazio, tra pieghe di terra e pietra
custode scabrosa di una storia controversa di cui se ne porta addosso ancora il pudore.


Piccole gocce di “ELISIR”, il thriller di Simone Nardone presentato nel pomeriggio di ieri, 9 novembre, a Formia, presso la sala Falcone-Borsellino.

Simone Nardone

L’autore, stimato giornalista per la carta stampata ed online, collaboratore per h24notizie, oltre che scrittore, si è prestato ad un confronto a più voci: con il collega Roberto Secci, la voce guida della presentazione, Ida Varriale e l’Assessore alla Cultura del Comune di Formia, nonchè vicesindaco, Carmina Trillino.

Ha disvelato l’impegno e la passione dietro la sua opera, che lo hanno condotto alla scelta della città di Fondi come palcoscenico dove si innestano le trame dei suoi personaggi. Un’archeologa americana giunta in terra pontina, convinta di avere la chiave per giungere all’Elisir di lunga vita. Sullo sfondo la storia della ‘Città di Satana’ così definita all’epoca dal legittimo Papa, alter ego dell’antipapa Clemente VII che invece lì vi fu eletto e la cui ferula pontificia è stata trafugata; l’emblematica figura di Giulia Gonzaga, antica matrona locale.

Simone Nardone nel dialogo con il collega Roberto Secci

In un susseguirsi di scene serrate si scende nei meandri del Duomo dove è conservata la Sedia Marmorea dell’Antipapa, ci si ritrova in una delle sale del Palazzo del Principe e ci si perde nelle vie del quartiere ebraico, cuore del Castrum Romanum. Aleggia su ogni passo della protagonista la presenza dell’inquietante ordine religioso dei Rosacroce, protettori dell’Elisir, le cui radici affondano nella leggenda dei Cavalieri Templari oltre che dei Servizi Segreti Italiani interessati alle alacri ricerche e a quanto del mistero possa essere svelato. Fino all’incontro con la guida turistica Antonio, intimo momento di verità e di fragilità umana. Da ogni parola trapela un colpo di scena che, senza fiato, accompagna il lettore verso l’epilogo.

Un romanzo dove la città del Sud Pontino e la sua bellezza ombrata e pudica potrebbe essere un veicolo di cultura e conoscenza per i più giovani, sollecitando le loro menti avide di sapere. Un sapere di ciò che li circonda, che fa parte del loro patrimonio.

Uno degli auguri mossi dall’Assessore alla Cultura Trillino al giovane Nardone è stato quello che il suo scritto possa trovare collocazione presso gli Istituti scolastici “come testimonianza di una terra che c’è e va conosciuta”.

L’accento poi è stato posto sulla personale storia dell’autore e dei suoi progetti ‘da grande’, e Simone, con il candore autentico di chi fermamente crede nelle proprie azioni, ha ammesso che il suo sogno si realizza nella scrittura. La sua scrittura ha mostrato che esistono dei luoghi che hanno un richiamo, che ascoltiamo anche senza conoscerne la ragione, ancor prima di averli visti dove sappiamo solamente che seguendo il loro richiamo ritroveremo un pezzo della nostra anima.

 

A PAGINA 2 – “L’INTERVISTA A SIMONE NARDONE”

A PAGINA 3 – “LA GALLERY FOTOGRAFICA