Inaugurato a Castelforte il Centro socio-culturale intitolato a Vittorio Foa

E’ stato inaugurato ieri mattina, martedì 6 novembre, a Castelforte il Centro socio-culturale Vittorio Foa. E’ stata una cerimonia sobria, semplice e significativa alla quale hanno partecipato anche gli studenti dell’Istituto Omnicomprensivo guidati dal dirigente prof. Polidoro.

Il sindaco Cardillo con Anna e Bettina Foa
Vittorio Foa

“Un evento – afferma il sindaco Giancarlo Cardillo- che l’Amministrazione Comunale ha fortemente voluto e che questa mattina (ieri, n.d.r.) abbiamo realizzato con la significativa partecipazione delle figlie di Vittorio, le sorelle Anna e Bettina. La loro presenza e la loro testimonianza ha arricchito questa cerimonia offrendo ai presenti la possibilità di leggere tra le righe dei loro interventi il legame che il padre Vittorio aveva con Castelforte. Molti dei ricordi di Anna e Bettina ci hanno consegnato un aspetto poco conosciuto ma estremamente familiare per la nostra città che lo ha accolto e accompagnato con spirito di semplicità”.


Sandro Bartolomeo

Dopo l’intervento del Sindaco Giancarlo Cardillo hanno preso la parola Anna e Bettina Foa condividendo ricordi della vita quotidiana del padre a Castelforte: le passeggiate, il semplice acquisto dei prodotti dai contadini del luogo, il gustare una bibita al bar, l’incontro con gli amici. Interessante anche il ricordo di alcune visioni e pensieri del padre rispetto all’Europa, ai giovani, agli immigrati … tutti temi di grande attualità e che hanno contribuito a rendere la testimonianza di Anna e Bettina davvero stimolate per un maggiore approfondimento del pensiero del padre soprattutto da parte delle nuove generazioni.

Il successivo intervento di Sandro Bartolomeo, già sindaco di Formia, ha posto in evidenza la sua relazione personale con l’uomo, il politico e il sindacalista Vittorio Foa. Sandro Bartolomeo ne ha tracciato un profilo molto accurato facendo emergere alcune dei tratti più caratteristici e, soprattutto, la sua visione di futuro e la sua passione per la politica e per i giovani.

Dopo il taglio del nastro e la scoperta della targa del Centro e di quelle delle associazioni che lo utilizzeranno per le loro attività, il parroco don Fabio Gallozzi ha proceduto alla benedizione. Al termine tutti hanno avuto occasione di entrare nel centro e visitarlo.

 

A PAGINA 2 “L’INTERVENTO DEL SINDACO CARDILLO”

 

“Cari Concittadini,

carissime Anna e Bettina, la Città di Castelforte, oggi, ha l’onore e il piacere di accogliervi per vivere, insieme, un momento di grande significato e valore. Oggi, infatti, inauguriamo il nuovo Centro Socio-Culturale alla memoria di Vittorio Foa, Padre costituente. Un intellettuale, un libero pensatore, un uomo politico, scrittore e un sindacalista che con la sua vita ci ha offerto un esempio di grande significato e di profondo valore per orientare il nostro presente e il futuro delle nuove generazioni.

Saluto e ringrazio per la presenza il mondo della scuola, il dirigente, i docenti e gli studenti che hanno accolto l’invito a partecipare a questo breve ma significativo momento di inaugurazione di questo luogo nel quale una parte del mondo dell’associazionismo locale eserciterà la propria missione di servizio alla Città.

Saluto tutte la Autorità presenti che con il loro intervento contribuiscono a dare a questa semplice cerimonia un valore di più ampio respiro sostenendo un’idea di società civile larga, libera e davvero partecipata.

Sono grato all’amico Sandro Bartolomeo che ha accolto l’invito a ricordare il “nostro” Vittorio Foa e, dico nostro, perché noi di Castelforte lo sentiamo essere nostro concittadino. Ricordo a me e voi tutti che lui aveva scelto questo nostro territorio per abitare e, nella sua casa, incontrava gli amici, alcuni dei quali sono presenti oggi qui e con i quali amava conversare lasciando sempre un messaggio forte e autorevole.

Vi assicuro che per me, questo giorno, ha un grandissimo valore ideale. Avere il privilegio di essere qui, come Sindaco della mia cittadina, e inaugurare un Centro Socio-Culturale intitolato a Vittorio Foa, che viene ricordato come una delle figure di maggiore integrità e spessore intellettuale e morale della politica e del sindacalismo italiano del Novecento fa venire i brividi. Di Vittorio Foa, proprio in occasione della sua morte, Giorgio Napolitano, ebbe a ricordare anche “la sua dedizione alla causa della libertà, la partecipazione alla Resistenza, l’impegno nell’Assemblea Costituente e nel Parlamento repubblicano, la piena identificazione, da combattivo dirigente della Cgil e da studioso, con il mondo del lavoro” caratteristiche che “gli hanno garantito un posto d’onore nella storia dell’Italia repubblicana”.

Le ceneri di Vittorio Foa sono a Formia dove ha vissuto i suoi ultimi anni

Di lui ricordo e mi piace fare, soprattutto, due citazioni.

La prima rivolta a Mirko Tremaglia che sosteneva l’equiparazione tra resistenti e ragazzi di Salò, Vittorio disse: “Vedi quando vinse il fascismo io finii in galera; quando vinse l’antifascismo tu diventasti senatore della Repubblica”.

La seconda, rivolta ai politici dai quali, rivolgendosi ai giovani, sosteneva, occorre pretendere l’esempio: “Il fascismo non mi ha perseguitato, io ho perseguitato il fascismo”.

Lui stesso, in una intervista, disse: “Quando eravamo in prigione eravamo i soli uomini veramente liberi perché avevamo scelto la via giusta e quindi ci sentivamo liberi. Il significato della parola libertà diventa evidente: la libertà non è la possibilità di fare quello che vuoi ma è la coerenza con qualcosa dentro”.

Non voglio essere lungo. A me basta davvero questo momento nel quale fare, insieme, un ricordo affettuoso e per niente scontato di Vittorio Foa, personalità anch’egli per nulla prevedibile, segno chiaro del suo essere un libero pensatore.

Non a caso, nel 1992 ad esempio, Foa affermò che «la stessa parola ‘sinistra’» si è trasformata in «un feticcio, un robusto reticolato in difesa dell’esistente» e conclude che le «vecchie parole», pur possedendo «una loro verità», sono «ormai marginali, o almeno molto parziali, sempre più parziali».

Oggi, noi qui, stiamo ricordando la sua figura non come qualcosa di “passato” ma come una persona che sapeva immaginare il futuro ed aveva la capacità di guidare le persone verso sentieri di libertà dando senso e significato a gesti e parole che sostengono il cammino di ogni persona capace di incarnare con dignità il sogno di un futuro da costruire con impegno e forza, consapevoli che uniti e solidali si è più forti e che occorre rifuggire la fuga nel privato segno evidente, questo, di poca o scarsa responsabilità.

Questo Centro Socio-Culturale, perciò, deve essere palestra per l’esercizio della libertà e di una libertà di pensiero, di parola e di azione che aiuta e sostiene la comunità, la nostra comunità di Castelforte, a guardare avanti con fiducia.

Grazie Vittorio, Grazie per il sentiero che hai saputo tracciare offrendoci un esempio chiaro e cristallino”.