Caduta l’accusa di aver costituito un’associazione per delinquere per monopolizzare l’ecobusiness nel Lazio e disposte assoluzioni o dichiarata la prescrizione per gli altri reati. Si è concluso così, davanti al Tribunale di Roma, dopo quattro anni di battaglie nelle aule di giustizia, il processo denominato “Cerronopoli”.
Usciti dunque indenni dal giudizio Manlio Cerroni, ex patron della discarica di Malagrotta e noto alle cronache come “Il Supremo”, i suoi collaboratori Francesco Rando, Bruno Landi, ex presidente della Regione ed ex manager della discarica di Borgo Montello, a Latina, Piero Giovi e Giuseppe Sicignano, Luca Fegatelli, ex dirigente della Regione Lazio, difeso dall’avvocato pontino Domenico Oropallo, e il fondano Raniero De Filippis, già a capo del Dipartimento Territorio della Regione.
“Non chiedevo un premio ma il castigo no, dopo tutto quello che ho fatto nella vita e per Roma che ho amato tanto. Quante volte ho detto ditemi, che io la sistemo questa città”, ha dichiarato Cerroni dopo la lettura del dispositivo della sentenza.