I debiti fuori bilancio, i cinghiali, il multipiano: scontri e forfait in consiglio

Ogni volta che si aprono le porte dell’aula consiliare Ribaud per la seduta del consiglio comunale l’aria si fa carica di tensione, gli animi ribollono e va in scena un teatro figlio delle migliori drammaturgie. E’ accaduto anche nell’ultimo consiglio, tenutosi venerdì 26 ottobre e svoltosi tra rimbeccate, vociare dissenziente e migrazione di massa da parte della minoranza.

All’ordine del giorno c’erano ben 18 punti che hanno toccato temi caldi lambendone alcuni come quello del trasferimento dell’Ufficio del Giudice di Pace di Gaeta con il trasferimento di personale volontario per sopperire ai posti vacanti, “criticità risolta secondo uno spirito comprenzionale” a dire del sindaco Paola Villa. Riguardo l’emergenza della presenza di cinghiali in città, il primo cittadino, spiegato che “l ‘ordinanza emessa il 17 ottobre dal Comune era un avviso alla popolazione sulle operazioni di scaccio dei cinghiali svolte in assoluta sicurezza e d’accordo con la Prefettura”. Riguardo l’eredità dei 23 debiti fuori bilancio illustrata dall’assessore al bilancio Fulvio Spertini ne sono stati trattati “soltanto 10 per un valore complessivo di 360 mila euro, sugli 800 mila euro considerati durante la sessione del 31 luglio. Tra questi debiti fuori bilancio figurano: un sinistro del 2006, la liquidazione spese di giudizio in favore dell’ impresa S.I.A. Srl; i premi assicurati al personale comunale negli anni 2014-2015; il pagamento delle quote associative alla XVIII Comunità Montana ‘Monti Aurunci del Lazio’; il ricorso vinto nel 2016 da 7 gestori che limitava la presenza di slot machine; la sospensione di un’attività di B&B; la liquidazione di una fattura emessa dalla TAU Trasporti e dalla società Formia Rifiuti Zero”. Considerati di numero considerevole ne sono stati approvati solo una parte ad opera della sola maggioranza dato che tutti i consiglieri di minoranza hanno lasciato l’aula per non votare ritenendo di non potersi assumere il rischio di esser chiamati a rispondere personalmente di alcuni di essi. L’unico che invece ha deciso di assumersi il rischio è stato Claudio Marciano, sostenitore della tesi che “tali rischi sono impliciti dell’impegno che si assume quando si viene eletti”. Tra il brusire dei superstiti viene affrontato il punto delle linee guida sull’esternalizzazione della sosta a pagamento. Il consigliere Gianfranco Conte prima di abbandonare l’aula non facendo mistero delle sue rimostranze al sindaco Villa, vista la decisione di costei di controreplicare al suo intervento, per di più citandolo erroneamente, ha chiesto il rinvio dell’argomento perché la proposta di delibera del settore della Polizia Locale “rasenterebbe presunte violazioni costituzionali e del Testo unico degli Enti Locali”. Il comandante della polizia municipale, Picano, non è stato dello stesso avviso illustrando gli obiettivi dell’amministrazione comunale relativamente alla futura e privata gestione delle strisce blu sostenendo che “la disciplina della sosta a pagamento sia sulle aree e strade del lungomare che del centro abitato intende fornire un nuovo impulso ed energia alle attività commerciali e produttive in particolari quelle del centro cittadino favorendo l’accesso per i loro clienti, aumentando la fidelizzazione con interventi adeguati e finalizzati, per quanto nelle proprie facoltà e competenze, ad una rinnovata competitività in entrambi i settori”. Eppure tale proposta è risultata esser “vaga ed incompleta” in relazione anche alla delicata e spinosa questione giudiziaria-tecnica/amministrativa del parcheggio multipiano ‘Aldo Moro’. Sul punto il primo cittadino ha tenuto a ribadire che “è stata avviata una ricognizione sulla documentazione che verterà sulla materia dei servizi, sulle iniziative assunte dalle parti interessate o sui ritardi nelle procedure burocratiche”. “Un incontro con il curatore fallimentare, l’avvocato Gianmarco Navarra è stato fissato, affinché si possa definire in maniera formale l’intera questione”, ha aggiunto Villa. Decisione ritenuta tardiva dai più visto che il 20 dicembre il multipiano delle Poste verrà messo all’asta. Querelle che ha portato Conte a presentare d’urgenza un’interrogazione che però non ha ottenuto un esito positivo da parte del sindaco. Di fatto, il Comune di Formia continuerebbe a gestire l’infrastruttura in maniera illegittima non avendo formalizzato alcun contratto o ricevuto mandato specifico da parte del curatore fallimentare. Ciò è quanto si evince dall’ultima udienza del procedimento fallimentare della società mista Formia Servizi SPA, che a quanto pare ha rimarcato più volte la scomoda posizione del Comune di Formia che, per ironia della sorte, si trova anche ad essere uno dei principali creditori. Il consiglio è terminato tra dubbi, bagarre, vaghezza, incompletezza, tra chi si è sentito attore, chi spettatore e chi ha deciso di calare il sipario.