Abuso d’ufficio e minaccia, prosciolto l’ex sindaco Vigorelli

Prosciolto. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Cassino, Salvatore Scalera, ha disposto il non luogo a procedere, perché il fatto non sussiste, per l’ex sindaco del Comune di Ponza, Piero Vigorelli, accusato di abuso d’ufficio e minaccia relativamente alla rimozione di una recinzione da un terreno in località Tre Venti.

Respinta così la richiesta di rinvio a giudizio fatta dal pm Roberto Bulgarini Nomi. Secondo gli inquirenti, il 23 giugno 2016, avendo l’amministrazione comunale necessità di utilizzare un terreno privato di proprietà di un 78enne ponzese trapiantato a Bari, che aveva recintato lo stesso terreno, il primo cittadino avrebbe minacciato l’anziano dicendogli: “Ma chi cazzo ti credi di essere, non sai contro chi cazzo ti sei messo, pezzo di stronzo, io ora farò rimuovere tutto e ti addebiterò le spese così impari a metterti contro di me, farò un’ordinanza e ti manderò in galera, non hai ancora capito con chi hai a che fare, il mio nome è Vigorelli, che significa vigore, stai attento a quello che fai”.


E sempre secondo il pm, il sindaco, senza emettere alcuna ordinanza, avrebbe poi fatto rimuovere la recinzione a un operaio e ai vigili urbani.

Ipotesi che non hanno convinto il giudice, secondo cui “l’istruttoria dibattimentale non potrebbe aggiungere alcunché circa l’assoluta inconsistenza della piattaforma probatoria”.

“Finisce qui – dichiara Vigorelli – una vicenda che ha del grottesco e che era stata sfruttata a dovere, per loschi fini politici, nella campagna elettorale del giugno 2017. Il tempo è sempre galantuomo. Un’altra assoluzione, un’altra sentenza che conferma il mio agire conforme alle leggi dello Stato quando ero sindaco di Ponza”.

Poi le spiegazioni dell’ex primo cittadino: “Era successo che, nel giugno 2016, un ponzese emigrato in Puglia, aveva pensato bene (cioè male) di recintare abusivamente una sua proprietà. Aveva fatto piantare dei pali di ferro anche sull’asfalto della strada provinciale, e aveva teso un filo di ferro sostenuto da quei pali. Il luogo era l’incrocio della provinciale con la strada comunale che conduce al Poliambulatorio di Ponza. Non ci voleva uno scienziato per capire che quel filo di ferro posto ad altezza d’uomo, invisibile di giorno e ancor di più nottetempo, costituiva un pericolo reale. Poteva essere una trappola mortale per le persone che dovevano percorrere quel tratto di strada, magari per andare al Poliambulatorio, dove ci si reca in tutta fretta per ottenere cure e assistenza. Inutilmente il dirigente comunale Giuseppe Mazzella, che per primo si era accorto di quella recinzione abusiva, e il sindaco Vigorelli, avevano tentato con varie telefonate di riportare alla ragione il proprietario del terreno, chiedendogli di provvedere lui stesso all’abbattimento della recinzione abusiva. Costui, al contrario, ripeteva alterato che la proprietà era sua e che nella sua proprietà poteva fare ciò che gli pareva e gli piaceva. Era al 23 giugno 2016, di mattina e nel primo pomeriggio. Nel tardo pomeriggio la Polizia Locale provvedeva a eliminare i paletti piantati abusivamente nella sede stradale”.

Da lì la denuncia e poi la richiesta di rinvio a giudizio. Il giudice Scalera ha però prosciolto Vigorelli e precisato che “la decisione del sindaco di abbattere la recinzione apposta dalla parte civile non appare contenere alcun profilo di illegittimità, essendo stata adottata nel rispetto dei requisiti di contingibilità e urgenza, per tutelare l’interesse pubblico superiore della sicurezza della circolazione stradale ed incolumità delle persone”.

E sulla minaccia aggravata: “Da un attento esame delle dichiarazioni rese dalle persone informate sui fatti e dalla persona offesa, non è possibile ravvisare la penale responsabilità dell’imputato proprio perché, pur a volere riscontrare positivamente le frasi riportate in denuncia, non si riviene in alcun modo la prospettazione di un male ingiusto”.