Quasi dimezzata, in appello, la condanna per il 65enne apriliano accusato di aver ucciso l’anziana madre. Secondo i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Roma, Giovanni Zanoli, non voleva uccidere la donna, si è trattato di un omicidio preterintenzionale e hanno così ridotto la pena da 14 a 8 anni di reclusione.
Il 9 giugno 2016 l’imputato, per la pubblica accusa, ha aggredito, massacrato di botte e lasciato agonizzante sul letto la 88enne Rosa Grossi. Un litigio per futili motivi nella modesta abitazione della donna, in via Selciatella.
Il giorno dopo Zanoli ha chiesto aiuto al 118, sostenendo di aver trovato l’anziana in quello stato, ma sempre secondo gli inquirenti sarebbe stato solo un maldestro tentativo di nascondere l’omicidio dietro una presunta rapina degenerata, compiuta da ignoti.
La 88enne è deceduta in ospedale dopo una breve agonia e il figlio, dopo aver rilasciato anche alcune interviste in cui mostrava incredulità per l’accaduto, a distanza di circa un mese dai fatti è stato arrestato.
Zanoli ha confessato, riferendo ai carabinieri di essere lui l’autore della brutale aggressione, ma poi ha ritrattato.
Ad ottobre 2016 l’arresto anche del 47enne Victor Popa, uno straniero ritenuto responsabile di un tentativo di furto nell’abitazione di via Selciatella, sempre nella notte tra il 9 e il 10 giugno scorsi. Una vicenda costata a Popa una condanna a due anni di reclusione, ora ridotta in appello a un anno.
Per l’accusa, Popa avrebbe solo tentato il furto e non sarebbe responsabile dell’aggressione, mentre la donna sarebbe stata uccisa dal figlio.
La Corte d’Assise di Latina ha dato particolare rilievo alla confessione di Zanoli e il difensore, l’avvocato Gaetano Marino, ha puntato invece a smontare l’accusa di omicidio, continuando a battere sulla rapina degenerata e sulle molte incongruenze emerse nel corso dell’istruttoria.
Una battaglia che in appello ha portato a un ridimensionamento dell’accusa e a un notevole sconto di pena.