Si vota la mozione contro l’aborto, manifestazione in Campidoglio: il sostegno di Non una di meno Sud Pontino

“Oggi Lunedì 22 ottobre anche il consiglio comunale di Roma discute e vota la mozione contro l’aborto approvata a Verona poche settimane fa. Il testo è infatti esattamente lo stesso. La mozione che viene presentata come mirante a costruire una “città a favore della vita” non ha certo questo obiettivo, bensì  quello di ridurre i diritti delle donne e le libertà conquistate.” E’ quanto si legge nella nota stampa di “Non una di meno Sud Pontino”

“Le donne hanno lottato, e lottano, per difendere la vita, per non morire di aborto clandestino, per  avere gravidanze desiderate, per mettere al mondo cittadine e cittadini liber* e con pari diritti. La valanga sessista ed oscurantista che si sta riversando sul paese vuole azzerare il frutto di queste lotte, vuole riportarci indietro di 40 anni, svilendo la legge 194 voluta dall’autodeterminazione delle donne. La 194 non si tocca, la si deve applicare, proteggere e pubblicizzare. Con la 194 si è arginata la piaga della clandestinità. Con la 194 le donne hanno smesso di morire d’aborto e l’aborto ha smesso di essere una questione privata per diventare una questione sociale di cui lo Stato si è fatto carico.”


“La mozione presentata a Roma tenta di svilire e distorcere lo spirito della 194 partendo da dati male interpretati, se non menzogneri. In quella mozione si parla di aumento dell’aborto, fatto assolutamente non vero. I dati ufficiali del Ministero della salute, infatti, dicono chiaramente che l’aborto volontario si è drasticamente ridotto ed è in costante diminuzione e che l’aborto non è mai stato un mezzo di controllo delle nascite. I dati evidenziano piuttosto altre criticità, ad esempio ci dicono che in Italia l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza si configura sempre di più come un percorso a ostacoli; che il numero di medici obiettori ha raggiunto una media nazionale del 70% (80,7% nel Lazio); che i consultori familiari sono stati depotenziati scendendo dai 2.188 del 1996 ai 1.911 del 2009.  Un calo non solo quantitativo. Molte strutture, infatti, sono diventate scatole vuote a causa alla politica dei tagli nel bilancio delle Regioni.

“A livello nazionale e regionale, inoltre, sono state adottate politiche conservatrici, che mirano a promuovere i valori tradizionali e la protezione della vita dall’embrione e  a sostenere la fertilità in quanto valore in sé e non parte della salute generale e riproduttiva delle persone. In più siamo ancora ben lontani dall’affrontare e rimuovere le cause che producono la mancata scelta di maternità e paternità per fattori esterni alla volontà delle persone, in primis l’insufficiente presenza di servizi di welfare educativi e di cura sostitutivi e integrativi del lavoro di cura tipico delle donne. Potenziare la 194 da una parte ed incentivare politiche che sostengano la natalità dall’altra non può voler dire  finanziare associazioni che convincano le donne a non abortire!”

“Servono: educazione sessuale nelle scuole, contraccezione gratuita, fondi ai consultori pubblici. Servono  serie politiche di prevenzione dell’aborto che passano innanzitutto per la prevenzione delle gravidanze indesiderate. Servono misure di welfare e una maggiore attenzione ai diritti sociali ed economici delle donne. Per questo  ci uniamo alle donne e alle associazioni che oggi a Roma e in tutta Italia stanno reagendo a questa ondata sessista e oscurantista, che vede le istanze razziste e xenofobe dei movimenti di estrema destra saldarsi con le posizioni ultracattoliche. Organizziamoci e reagiamo, le donne liberate fanno paura.”