#VIDEO – Picchiato a scuola: “È bullismo, istituto colpevole”. Parte denuncia, ma è scambio d’accuse

Il “Pollione” di Formia catapultato al centro di un caso di bullismo, denunciato dai familiari di un giovane studente. Un ragazzino di 13 anni che si è detto prostrato da una serie di episodi di portata tale da soggiogarlo psicologicamente, e sfociati di recente in un’aggressione tra le mura del rinomato istituto comprensivo del Golfo. Verbale, ma soprattutto fisica, con il minore colpito da un coetaneo con una serie di pugni. Botte immortalate da un video ripreso smartphone alla mano da un terzo studente, addirittura non le uniche cui il 13enne sarebbe andato incontro. Almeno stando alla querela presentata dal legale incaricato dai genitori, l’avvocato Daniele D’Agostino, che a margine dell’accaduto si è recato presso il Commissariato di polizia di Gaeta. Depositando un atto in cui si ripercorrono i fatti; in cui sono allegate le immagini dell’aggressione. E in cui si punta con decisione il dito contro i vertici della scuola che vi ha fatto da sfondo: la richiesta, è quella di agire per l’ipotesi di omessa vigilanza.

UN’AGGRESSIONE A PORTATA DI SMARTPHONE – L’episodio che ha fatto deflagrare il caso è delle scorse settimane, datato 26 settembre ed avvenuto poco prima dell’inizio delle lezioni, mentre gli studenti erano intenti a raggiungere le aule. Un violento “tete-à-tete” di una manciata di secondi, condito da una frase proferita a più riprese: «Ti faccio male». A seguire, dice l’avvocato, per il 13enne picchiato una breve visita presso il pronto soccorso del Dono Svizzero, da dove è uscito con una prognosi di due giorni. Molto scosso, sottolinea il legale. Inizialmente, riferisce, il giovane non voleva parlare. Poi ha deciso di aprirsi, raccontando una piccola quanto preoccupante storia di angherie: «E’ stato più volte deriso e preso in giro dinanzi altri compagni, minacciato di aggressioni verbali e fisiche (…) ed inoltre è stato vittima di continue e ripetute percosse», scrivono nella querela indirizzata alla Procura di Cassino i genitori.


I quali non hanno mancato di mettere nero su bianco un altro particolare di un certo impatto: «Un grave e perdurante stato di ansia e paura nell’andare a scuola, tale da non mandarcelo per quattro giorni. Inoltre, da quel momento, il minore non vuole andare più a scuola ma si è chiuso in silenzio e ha mutato il modo di vivere la propria quotidianità: non vuole più uscire da solo con i compagni, ha paura di uscire dall’aula scolastica». I genitori – nel frattempo contattati dal sindaco Paola Villa – avevano anche pensato di cambiare istituto. Pure perché ci sarebbe stata una coda. Segnalato l’episodio di fine settembre al personale docente e al dirigente scolastico, la dottoressa Annunziata Marciano, per il 13enne aggressore era stata disposta una sospensione di tre giorni, come del resto per l’autore del filmato (in questo caso obbligo di frequenza, però). Un provvedimento a quanto pare mal digerito dal primo dei due: il presunto bullo avrebbe minacciato di bucare le ruote all’auto dei genitori del compagno di scuola picchiato.

«COSTRETTI A MUOVERCI» – Dinamiche a dir poco delicate, soprattutto a una certa età. Per un insieme di circostanze che secondo i denuncianti ha oltrepassato abbondantemente la linea, spesso sottile, che intercorre tra semplice ragazzata e veri e propri atti di bullismo. Fino ad arrivare a tirare in ballo i piani alti della scuola pontina. «Abbandono di persone minori o incapaci», il reato contestato dai genitori del 13enne picchiato per mezzo del loro avvocato. Lamentando una serie di inadempienze da parte dell’istituto, sia prima dell’accaduto quanto successivamente. «Non sono state adottate le linee guida previste dalla cosiddetta legge sul bullismo, e non sono stati adottati provvedimenti necessari e urgenti per la tutela del minore, come attivare uno sportello di ascolto o una figura deputata a intervenire su determinate problematiche», sostiene l’avvocato D’Agostino. «Per questo abbiamo querelato la dirigente. Siamo stati costretti a muoverci».

RUOLI RIBALTATI – Tra gli addebiti di parte nei confronti dei vertici della scuola, l’aver in qualche modo giustificato l’evento chiamando in causa la stessa vittima della sequela di cazzotti ripresa a mezzo telefonino. Ponendo più di qualche dubbio sul suo ruolo effettivo, quantomeno fino a prima dell’aggressione. Il 13enne malmenato, stando a delle relazioni interne, se la sarebbe praticamente cercata: secondo quanto raccolto da alcuni docenti, l’altro scolaro l’avrebbe aggredito perché stanco dei suoi atteggiamenti violenti. Un ribaltamento di ruoli a tutto tondo, in pratica. E una verità “contesa”, fatta di versioni che stridono. Se bullo c’è stato, chi era?

LA SCUOLA AL CONTRATTACCO – Come che sia, una carta bollata tira l’altra. Ecco quindi che dopo i genitori del minorenne picchiato è pronto a entrare in scena anche l’istituto. Dal Pollione, rispedendo al mittente le accuse, e quelle di omessa sorveglianza in particolare, si sono mossi per una contro-querela: «I miei docenti sono molto adirati, e orientati ad adire le vie legali», dice il dirigente. C’è una reputazione da mantenere, e in un’epoca in cui l’immagine è tutto (o quasi), i vertici del noto istituto comprensivo del Sud pontino non sembrano disposti a lasciare il passo a ombre e polemiche di sorta.

«UN COSTRUTTO» – «Una situazione veramente inaudita – è il commento – più che altro per l’accanimento mediatico, per il danno di immagine a professionisti seri e all’istituto. E siamo rammaricati per la strumentalizzazione di un episodio comunque circoscritto e controllato, alimentando un clima improprio. Non solo contro i docenti. In questa faccenda le persone maggiormente lese sono i collaboratori scolastici, gli elementi più deboli». Loro, di fatto, i soggetti tirati in causa in maniera primaria nell’ambito della sostenuta, omessa sorveglianza. Ad ogni modo, «la scuola è tranquilla e compatta. Anzi, siamo ancora più uniti», assicura la dottoressa Marciano, raggiunta dalla querela giovedì. Il perché, a sentire i vertici dell’istituto, è presto detto: «Abbiamo agli atti situazioni ben definite, che confliggono con quanto detto finora. C’è un costrutto che spiegheremo a tempo debito, dato che c’è di mezzo una denuncia», dice il dirigente scolastico del Pollione. Aggiungendo: «Non ci risultano referti di pronto soccorso, che di norma in caso di danno fisico vengono trasmessi in automatico. E il ragazzo aggredito il giorno dell’accaduto è rimasto a scuola, ha continuato a lavorare tranquillamente».

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