VIDEO – Mafie nel Lazio (e in terra pontina), il report 2018

Foto Archivio

Un ammirevole magistrato, Giovanni Falcone sosteneva che “la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione ed avrà quindi anche una fine”. Un fenomeno che però va attenzionato ed è proprio questo il ruolo dell’Osservatorio Tecnico-Scientifico sulla legalità e la sicurezza della Regione Lazio, che presso l’aula consiliare ‘Ernesto Rinbaud’ del Comune di Formia lo scorso 5 ottobre ha presentato il suo terzo rapporto sulle Mafie nel Lazio.

Un appuntamento che ha visto il coinvolgimento delle forze dell’ordine e di cittadini, molto caldeggiato dal neo sindaco Paola Villa, per la quale “la camorra e, più complessivamente, il crimine organizzato si possono fronteggiare e combattere solo si coltivano due ‘ingredienti’: la legalità e la giustizia sociale, in qualsiasi ambito della comunità cittadina a cominciare da quel pianeta oscuro, ma fondamentale che si chiama scuola”.


Voci narranti di questo reportage negli abissi della malavita sono state quelle di Giampiero Cioffredi, presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità Regione Lazio e Fabrizio Marras, presidente delle “Reti di Giustizia – Il Sociale Contro Le Mafie”, che hanno condiviso l’iniziativa comunale in seno ad un percorso difficoltoso: quello della trasparenza delle attività comunali e dell’informazione del cittadino, “per far sì che si prenda atto di quali siano i problemi che hanno condizionato la vita sociale ed economica della nostra città fino ad oggi”, ha aggiunto Villa.

Formia Sala Ribaud, “Le Mafie nel Lazio”

Il rapporto, grazie al riscontro di dati oggettivi e pubblici fornisce una chiave di lettura delle modalità attraverso le quali la criminalità organizzata si insinua e prolifera in tutto il Golfo “analizzando i fatti concreti senza ricorrere a luoghi comuni, generalizzazioni e affermazioni ad effetto”, secondo quanto espunto dalle pagine del rapporto medesimo. In effetti si tratto di un resoconto severo e ben argomentato delle principali inchieste giudiziarie sulle organizzazioni criminali nel Lazio, dei documenti istituzionali e degli interventi pubblici sul fenomeno mafioso nel periodo da luglio 2016 a dicembre 2017. Il documento mostra non solo l’evolversi del fenomeno mafioso ma anche il progressivo avanzamento dell’attività di contrasto coordinata in questi anni dal Procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone e dal Procuratore Aggiunto Michele Prestipino.

Nel 2017 – secondo i dati forniti dalla Direzione distrettuale antimafia – sono stati 6 i procedimenti con 29 indagati per associazione di stampo mafioso, 58 i procedimenti con 412 indagati per reati con l’aggravante del metodo mafioso, 102 procedimenti con 1010 indagati per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, 21 procedimenti con 164 indagati per traffico di rifiuti e 9 procedimenti con 40 indagati per usura. Secondo i dati del Servizio Centrale per i Servizi Antidroga della Polizia di Stato nel Lazio sempre nel 2017 son ben 7882,191 chilogrammi di droga sequestrati nel Lazio. Altro dato di rilevante interesse emerso nel Rapporto in esame, è il numero delle Operazioni Finanziarie Sospette segnalate alla Uif della Banca d’Italia nel 2017 che arrivano a 9769 mentre il numero dei bonifici bancari in entrata dai Paesi cosiddetti Paradisi Fiscali sono 5706 e quelli in uscita 4372. Nel Lazio infine sono 512 le aziende confiscate e 1732 i beni confiscati.

Il rapporto fa una disamina impietosa della presenza criminale dei boss nella Regione, cercando di identificare i numeri e i tempi d’ingresso e permanenza dei clan. Alla luce di questo approfondimento, il numero complessivo dei gruppi criminali storicamente presenti nella regione dagli anni Settanta ad oggi è complessivamente pari a 154. I clan “attivi” al dicembre 2017 corrispondono a 93, fra gruppi, famiglie, tradizionali, autoctone e narcotrafficanti che usano il metodo mafioso. Dei 93 clan attivi nel Lazio, circa 50 clan operano nel solo territorio della Capitale.

“Nelle quasi 300 pagine del rapporto – ha detto il presidente dell’Osservatorio regionale per la Sicurezza e la Legalità – è documentato uno scenario criminale complesso che evidenzia un sistema multilivello che è tenuto in equilibrio da tre fattori individuati nella pax mafiosa siglata dai diversi boss ‘storici’ che hanno interesse a salvaguardare questo mercato privilegiato di investimenti e di accordi fra le diverse mafie, nelle reti di corruzione che rendono permeabili e convenienti i contesti in cui operano i boss”.

Eppure la mafia è un modo di essere, di pensare, un qualcosa a cui si corre il rischio di abituarsi. Un punto che ha levato l’accorato appello della Villa all’atto della denuncia sottolineando il poco clamore per l’arresto della figlia del capoclan Francesco Bidognetti, Katia, nel 2017. Clan che nella città di Formia appare una presenza più o meno silente ma ingombrante. “Non bisogna chiudere gli occhi – ha aggiunto il sindaco – bisogna invece scandalizzarsi”. Abituarsi significa rassegnarsi. Bisogna aprire bene gli occhi,ma non basta guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono.

SCARICA IL RAPPORTO REGIONALE IN FORMATO PDF: Osservatorio Regione Lazio, terzo Rapporto Mafie Report (CLICCA QUI)

A PAGINA 2 – CIOFFREDI: “MAFIE, POSSIBILITÁ DI COLLABORAZIONE IMPORTANTE TRA REGIONE E COMUNE”

A PAGINA 3 – MARRAS (RETI DI GIUSTIZIA): “TANTE PROPOSTE DAI CITTADINI”

A PAGINA 4 – IL CONVEGNO: VIDEO

A PAGINA 5 – IL CONVEGNO: FOTO