Forte (PD): “Immobilismo del Comune di Latina in tema di sport, cultura e opere pubbliche”

Il Comune di Latina

Destano non poca preoccupazione l’immobilismo del Comune di Latina e la scarsa programmazione in tema di opere pubbliche”.

Enrico Forte

Lo dichiara in una nota il consigliere regionale e comunale del PD, Enrico Forte.


“In questi mesi si sono accumulate varie vicende intorno alle quali non si intravede una benché minima soluzione. Pensiamo al caso del Palazzetto dello Sport, la cui procedura di adeguamento si sta rilevando lenta ed infruttuosa. Le società sportive interessante sono in procinto di traslocare altrove, creando inimmaginabili danni all’immagine della città, alla sua economia, a sportivi e famiglie. La squadra di volley che milita in A si trasferisce a Cisterna, basket e calcio a 5 continuano invece a giocare in via dei Mille in virtù di una deroga. Da qui il discorso si amplia al tema generale delle opere: dopo innumerevoli annunci, anche intorno alla messa in sicurezza del teatro comunale tutto appare fermo. Per non parlare della prospettiva di acquisizione dell’immobile ove risiede la Banca d’Italia. Anche questa ipotesi resta al palo”.

Latina ha bisogno di risposte, ma oggi vediamo solo promesse tradite da parte di un’amministrazione che non riesce ad intavolare un confronto con i privati. Appaiono poi singolari le dichiarazioni dell’assessore Ranieri che giustifica la mancata partecipazione a bandi pubblici con la mancanza di personale: la seconda città del Lazio non può avere alibi.

Se si vuole dotare la città di nuove opere ed infrastrutture, occorre avere maggiore coraggio e confrontarsi. Da dove nasce questa chiusura? Penso che siano maturi i tempi per vincere questa timidezza che si traduce in immobilismo.

Anche in tema di programmazione urbanistica, come ho già ribadito, l’ente comunale non pare voler decidere, creare condizioni per realizzare delle opere pubbliche utili e da consegnare alle future generazioni. Manca infatti una visione della città e delle sue prospettive di sviluppo. E questo è inaccettabile».