(Il pastore tedesco nella villa teatro dei fatti)
Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, il cane messo a guardia del villino teatro dell’aggressione sfociata nel dramma credeva fosse un intruso, un ladro. E per questo ha agito secondo la propria indole. D’istinto, avventandovisi contro fino a spedirlo in ospedale, dove a distanza di qualche ora, improvviso, si è registrato il decesso. Peccato che l’uomo azzannato a capo e braccia fosse tutt’altro che un malintenzionato: era il nuovo padrone di casa.
Il 60enne di Fondi venuto a mancare, Giovanni Marcone, medico psichiatra, da qualche tempo si era innamorato di quella villa con giardino alla periferia della città. Un’abitazione rurale di via Valle Vigna di cui aveva quindi trattato la compravendita, e in cui di recente si era recato più volte con la moglie. In attesa del passaggio di mano definitivo, il proprietario aveva lasciato alla coppia di coniugi le chiavi. Ed è proprio con quelle chiavi domenica pomeriggio sono entrati nel perimetro dell’immobile. Il cedente, un 49enne anche lui del posto, era assente. Ma c’era il suo cane, un grosso pastore tedesco maschio. Un animale presente anche durante le altre visite di Marcone, e che non aveva mai dato segni particolari di aggressività. Si presentava mite, dicono le testimonianze raccolte dai carabinieri della Tenenza locale, coordinati dal comandante Emilio Mauriello. Nulla avrebbe fatto presagire l’accaduto.
Una morte che si stenta a credere, quella del dottor Marcone. A margine di un’episodio che ha visto anche il ferimento, lieve, di un amico nativo di Gaeta che ha provato a soccorrerlo. Tutto accaduto davanti agli occhi delle consorti di entrambi, impotenti e inevitabilmente scioccate. Stando al quadro ricostruito a caldo dagli uomini dell’Arma, il cane, sciolto, ma di cui era nota la presenza, si è scagliato contro il 60enne professionista non appena varcata la soglia del cortile. L’uomo lo pensava innocuo, l’animale ha invece interpretato la venuta dei quattro presenti come un pericolo, per sé e per la proprietà di cui era a difesa.
All’inizio le condizioni di Marcone non apparivano neanche troppo gravi. Aveva sì perso molto sangue e riportato diverse ferite, ma si presentava vigile. Il suo quadro clinico è precipitato d’improvviso in nottata, mentre si trovava in un letto del “Goretti”, dove era stato elitrasportato in codice rosso nel tardo pomeriggio di domenica e operato: intorno alle 6.45 di lunedì il decesso. Una morte sopraggiunta per arresto cardiocircolatorio. Il cuore del 60enne potrebbe non aver retto a un mix di fattori: lo stress dovuto all’accaduto e accumulato con la successiva operazione, una storia sanitaria sensibile, le perdite ematiche. A stabilire effettive cause ed eventuali concause ci penserà l’autopsia, il cui incarico sarà conferito domattina alla dottoressa Maria Cristina Setacci. L’aggressione si è tramutata in una tragedia attenzionata dalla Procura di Latina, pm Simona Gentile.
Una persona molto conosciuta e stimata in terra pontina, Giovanni Marcone, noto agli amici come “Gianni”. Sessant’anni compiuti lo scorso luglio, sposato ma senza figli, prestava servizio presso il Dipartimento di salute mentale di Fondi. Si era laureato in Medicina nell”86, per poi specializzarsi in Psichiatria nel 1994. Una scomparsa che ha lasciato il segno al di là della dinamica, quella del camice bianco. Per quanto riguarda il cane protagonista dell’aggressione, si trova a casa, la stessa dove ha avuto avuto luogo i fatti. Inconsapevole.
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