Aprilia, crollo nella scuola di Campoleone. Il sindaco: “Ci è andata di lusso”

Scampato il pericolo, tolti i calcinacci ora non resta quindi che spostare i bimbi, individuare le cause del crollo per vedere risolto il problema? Non così in fretta, perché con il sindaco Terra abbiamo parlato anche d’altro. Questa vicenda pone infatti in evidenza un dato che forse era sfuggito alla normale cronaca locale. Ovvero gli affitti. L’immobile in cui si è verificato il crollo del controsoffitto è, come abbiamo visto, un immobile originariamente utilizzato nell’industria poi riconvertito ad altre attività, tra le quali anche la scuola.

La storia amministrativa che ha portato un capannone industriale a trasformarsi in scuola affonda le sue radici nello scorso decennio. A raccontarla è lo stesso sindaco Terra. “Era l’anno 2008 e se non sbaglio la scuola elementare di Campoleone si trovava presso la parrocchia, quando l’aumento delle iscrizioni e delle incompatibilità strutturali misero in condizioni l’allora sindaco Santangelo ha deciso di superare la criticità dei bimbi che restavano senza scuola con una procedura di emergenza. Niente gara, niente bandi, il sindaco di allora ha semplicemente contattato questo imprenditore della famiglia Mazza e gli ha assegnato un contratto di affitto annuo per la scuola. Credo che paghiamo circa 46/48mila euro l’anno, una cosa del genere”. Insomma, Dieci anni fa l’immobile viene preso in affitto dal Comune a circa 50mila euro l’anno presso questo privato per motivi emergenziali e da allora è stato speso quasi mezzo milione di euro per un immobile che è tutt’ora proprietà di un privato e del quale il Comune oggi scopre delle inaspettate sorprese, come il crollo del controsoffitto che poteva causa seri danni ai bambini e a chiunque si fosse trovato sotto. Sembrerebbe un caso forse un pochino a limite, ma non è così. Ad Aprilia infatti– come ci racconta il sindaco Terra – noi purtroppo abbiamo ereditato diversi plessi scolastici tra asili e scuole in affitto.


Questo è solo uno, poi c’è la Gramsci che sta in centro, edificio piuttosto datato, in affitto da credo 50 anni. E ogni anno costa circa 170mila euro di affitto”. Se si prendono solo i due casi della scuola Gramsci e di quella di Campoleone e si analizzano solo gli ultimi dieci anni si arriva alla cifra di 2.2 milioni di euro spesi in affitti per immobili vecchi o non del tutto adatti allo scopo di ospitare delle scuole. Con una cifra simile Campoleone oggi avrebbe una scuola nuova di zecca con tanto di piccola palestra e refettorio e avanzerebbero fondi anche per altri plessi. Le due vicende sono complesse e sono nate in periodi differenti. Ce le riassume il sindaco Terra: “nel primo caso – dice il Primo Cittadino – quello della scuola Gramsci, si tratta di un affitto che va avanti come dicevo da decenni, quaranta o cinquant’anni. Per risolvere la questione noi avevamo già attivato anni fa una procedura di individuazione di un’area che però si è arenata. Si trattava di un terreno della ex lottizzazione Canepi, una vicenda molto intricata che è iniziata negli anni settanta. Si doveva fare un piano di lottizzazioni, a noi risultava che la società che aveva in gestione quei terreni era fallita e che l’area presso la quale avremmo voluto inserire la scuola era nelle disponibilità del Comune. Abbiamo fatto i progetti e portato avanti la procedura per un immobile da sette milioni di euro nuovo e con tutti i crismi ma poi abbiamo scoperto, nostro malgrado, che con una procedura fallimentare quei terreni che dovevano passare nelle mani del Comune molti anni fa erano stati invece venduti circa 3 anni fa ad un privato che ora per il solo terreno ci chiede seicentomila euro. Siamo attualmente in causa con questo privato che dal nostro e cerchiamo di capire come sia stato possibile che un terreno di proprietà comunale sia stato venduto dal tribunale ad un privato”.

Un brutto intoppo insomma che però impedisce al Comune di uscire da una situazione che costa alle casse dei cittadini apriliani 170mila euro l’anno. Per quanto riguarda Campoleone invece la situazione è ancora più complessa se è possibile. Si tratta infatti di una frazione divisa tra due province, quella di Roma e quella di Latina. “La maggior parte degli abitanti però sta nel Comune di Aprilia” assicura il sindaco. Il risultato è che in quella frazione ci sono due centri sociali, due scuole ma una sola chiesa, dove appunto prima c’era la scuola per tutti. Quando poi non è bastato più il Comune di Aprilia ha proceduto in maniera emergenziale con l’affitto al già citato imprenditore della famiglia Mazza. “Sul territorio c’è in realtà un altro piano di lottizzazione nel quale noi vorremmo far rientrare, a titolo compensativo da parte del privato, anche una struttura scolastica ma ancora non ne siamo venuti a capo” e intanto il pubblico paga. “In questa lottizzazione, tra i privati, ci sarebbe anche lo stesso Mazza – che ora detiene l’immobile con il controsoffitto crollato – ma per il momento la cosa migliore sarebbe stata quella di portare tutti i bambini nella vicinissima scuola che ricade sul Comune di Lanuvio.

Non abbiamo mai avuto però riscontri positivi dagli altri enti in merito”. E con questo complicato intreccio si capisce un po’ meglio come si sia arrivati ad arrangiare un sito industriale a scuola per il Comune di Aprilia e ad assegnare con procedura d’urgenza il compito di costruire la scuola ad un privato. Quello che si capisce però è che il Comune paga e nonostante questo oggi si ritrova con una scuola in meno.