Grande attesa ad Itri per l’evento dello spettacolo teatrale itinerante ad ingresso gratuito che si svolgerà venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 agosto presso il castello medievale.
Lo spettacolo che verrà presentato in prima nazionale “Il folle volo – Viaggio nel IV e XXVI Canto dell’inferno di Dante” è organizzato dal Comune di Itri, dal Consiglio Regionale del Lazio e la Compagnia Teatrale Costellazione e si svolgerà anche grazie all’impegno diretto dell’assessore Mario Di Mattia e del sindaco Antonio Fargiorgio.
“Un cast artistico – si legge nella nota – formato da 3 registi, 26 attori, 2 scenografi, 2 acconciatori, 1 truccatrice, 1 costumista, caratterizzano questo nuovo “corto teatrale itinerante” sull’Inferno dantesco, prodotto dalla Compagnia Teatrale Costellazione.
“IL FOLLE VOLO – Viaggio nel IV e XXVI Canto dell’Inferno di Dante” è inserito all’interno del proprio progetto artistico “Archeologia dell’Inferno” che ha visto già, nel Golfo di Gaeta, il grandissimo successo di “MOTEL INFERNO – Variazioni sul V Canto”, all’interno del Cisternone Romano di Formia (LT) e de “IL FIERO PASTO – Degustazioni dai Canti VI e XXXIII” nei Criptoportici di Formia (LT),che hanno richiamato migliaia di persone per la loro grande innovazione e creatività nella drammatizzazione del testo dantesco.
All’interno del Castello, una inconsueta scenografia incornicia il movimento dei corpi. La sovrapposizione delle voci, a tratti simile alla coralità all’antico Coro greco, si amalgama con la suggestione creata dalle luci e dalle musiche su cui vibrano, improvvise, le voci in canto.
Così i Registi reinterpretano i personaggi inserendoli nel pieno di una frattura emotiva, apparentemente insanabile se non nella sospensione onirica derivante dal ricordo.
Ne IL FOLLE VOLO, i registi propongono un’interpretazione visionaria del Castello Medioevale e dei due Canti dell’Inferno dove appare inevitabile l’accostamento ideale della location al Castello degli Spiriti Magni del IV Canto dell’Inferno che popolano il Limbo e che “senza speme vivono in disio”. In loro è custodita la conoscenza umana del sapere e dei sentimenti.
Nel “mare magnum” della conoscenza possibile esiste un punto di riferimento, una costante inviolabile perfino dalla morte stessa: l’amore. Per Ulisse, protagonista del celebre XXVI Canto dell’Inferno, l’amore legato alla famiglia abbandonata non supera l’ardore di conoscenza che lo spinge, ormai vecchio, ad andare incontro al “mondo sanza gente”, lasciando sola, ancora una volta, sua moglie Penelope. È lei la custode ultima del ricordo della voce di Ulisse che con parole tremende allora e sempre, rimaste la sua ossessione, le comunica di voler riprendere il mare. La voce dell’uomo è intrisa di malinconia, legata alla certezza di intraprendere un ultimo viaggio con le uniche ali possibili: i remi della sua nave.
Ingressi ogni trenta minuti con prenotazione obbligatoria al cell. 328-7518726.”
A PAGINA 2 IL CAST