L’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Formia Pasquale Forte comunica orari e modalità di accesso agli atti del proprio settore e immediatamente scatta la polemica. Una semplice missiva, resa nota dal consigliere comunale di Forza Italia Pasquale Cardillo Cupo, basta a innescare la polemica contro il componente della giunta civica presieduta da Paola Villa.

“In campagna elettorale la nuova Amministrazione parlava di Trasparenza, di casa di vetro, di cambiamenti epocali e favole degne del miglior Esopo – accusa l’ex candidato a sindaco – ora, dopo due mesi, siamo già alla limitazione del diritto di accesso agli uffici, delle richieste di appuntamento per le verifiche degli atti. Si tratta di una decisione – prosegue Cardillo Cupo – mai vista in precedenza e che cerca di comprimere e limitare il potere di verifica e controllo dei consiglieri comunali.”
Ma le accuse, diventano ancora più pesanti quando l’esponente dell’opposizione di centrodestra sottolinea la presunta illegittimità del provvedimento: “Si tratta peraltro di un atto totalmente illegittimo non essendo di competenza dell’esecutivo, a riprova ed ulteriore conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, di una totale confusione amministrativa nella gestione dell’ente. Evidente come questa disposizione non ha alcun valore dovendo essere altri organi a disciplinare questo tipo di provvedimenti”.

“Del resto – riprende ancora Cardillo Cupo – in dottrina ed in Giurisprudenza si cesella il consolidato, direi oramai monumentale, orientamento interpretativo dell’art. 43, comma 2, del T.U.E.L. che riconosce in capo ai consiglieri comunali un diritto di accesso agli uffici e di informazione pieno, così da poter prendere visione degli atti del Comune senza particolari limitazioni, anche al fine di permettere di valutare – con piena cognizione – la correttezza e l’efficacia dell’operato dell’amministrazione, nonché per esprimere un voto consapevole sulle questioni di competenza dell’organo consiliare, e per promuovere, anche nell’ambito dello stesso, le proprie iniziative; di talché, a differenza dei soggetti privati, il consigliere proprio per il suo ruolo di controllo dell’intero operato non è tenuto ad una particolare motivazione della richiesta, né l’amministrazione ha titolo per sindacare il rapporto tra la richiesta di accesso e l’esercizio del mandato, altrimenti gli organi dell’amministrazione sarebbero arbitri di stabilire essi stessi l’ambito del controllo sul proprio operato.”
“In buona sostanza – rilancia, concludendo l’esponente d’opposizione – si può serenamente ritenere il provvedimento adottato illegittimo, abnorme ed assai simile alla carta straccia; dalla millantata Trasparenza ai tentativi maldestri di bavaglio il passo è stato assai celere.”