Sabato prossimo, 11 agosto, alle ore 18,00 nell’aula consiliare del Comune di Castelforte sarà presentata, a cura della Prof.ssa Vincenza Capolino e del Prof. Almerindo Ruggiero, una esposizione di dipinti di Filippo Volpe.
La mostra delle opere dell’artista scomparso il 19 gennaio 2013, sarà aperta al pubblico anche domenica 12 agosto dalle ore 10 alle ore 23.
“Abbiamo accolto con entusiasmo l’idea -dice il Sindaco Giancarlo Cardillo- di ospitare ed organizzare una esposizione dei dipinti di Filippo Volte perché le sue opere ci parlano di una personalità davvero non comune, di un estro e di una visione di mondo dalle ampie prospettive. Castelforte, sua terra natale non poteva far passare sotto silenzio la produzione che i familiari hanno voluto donarci in un catalogo di grande pregio”.
“Mi sono impegnata personalmente -dice l’assessore Paola Iotti- nell’organizzazione di questo evento che, a mio parere, ha una grande importanza in quanto ci aiuta a scoprire e riscoprire una delle personalità più ricche ed interessanti della nostra terra. Sono sicura -conclude- che ne avremo tutti grande vantaggio perché ci permetterà di aprire lo sguardo e il cuore su una prospettiva che credo inedita di questo uomo così appassionato della vita e delle sue multiforme possibilità di
espressione”.
FILIPPO VOLPE … CHI ERA?. Filippo Volpe nasce a Castelforte l’11 agosto 1943. Sin da bambino, rivela particolari innate capacità artistiche che, in un paese raso al suolo dalla guerra, riesce ad esprimere solamente disegnando per terra con pezzi di carbone. Finalmente negli anni 50 la prima scatola di pastelli e i primi disegni, ma solo negli anni 60 si dedica ad opere a china e ad olio su tela. Queste prime opere incontrano da subito il parere entusiasta degli amici e della critica locale e già esprimono quella che sarà poi sempre la convinzione dell’autore dell’esistenza di una solitudine sostanziale e l’impossibilità di una comunicazione autentica … Strade deserte …Volti tristi … Infinito … Assoluto … ma nello stesso tempo anche la ricerca d un rapporto sincero di un individuo che non vuole farsi ghigliottinare dalla grigia quotidianità … che non vuole rischiare di accontentarsi di ciò che appare … della mediocrità. Sin dagli anni 60, accanto alla pittura, la passione per la musica: compone ed esegue brani musicali originalissimi, ascolta e fa ascoltare agli amici blues e jazz, in quegli anni ancora poco noti.
Il crescente interesse per i popoli e le culture, allora poco conosciute, lo portano a studiare le lingue: nel 1971 consegue la laurea in Lingue e Letterature Straniere presso “l’Orientale” di Napoli. Dipinge ininterrottamente … continua a non esporre le sue opere, ma a farne omaggio spontaneo agli amici.
Negli anni 80 e 90 la sua cultura multiforme si esprime in tanti campi diversi, ma è la pittura, in particolare, che gli serve per manifestare la sua visione personale e sociale di quel che potrebbe essere e non è … non è ma potrebbe essere, la pittura gli serve per gridare il suo sconforto, la sua sofferenza, ma anche la sua speranza con passione … con rabbia … Il suo diventa via via un genere di pittura quasi alchemico, una sorta di trasmutazione della materia, di purificazione dei paesaggi e delle figure umane, quella femminile in particolare.
Negli anni successivi l’artista è sempre più attento a cogliere la vita nella sua insospettata quantità di rifrazioni e riflessi … ne deriva l’interesse per la psiche umana fino alla laurea in Psicologia nel 2009 presso l’Università “La Sapienza” a Roma.
Ma non basta, non basta ancora… L’amore per gli altri, per le culture diverse lo portano a studiare altre lingue fino alla laurea in cinese e Swahili/ Amarico, ma senza tralasciare mai la pittura. Infatti dipinge … dipinge … dipinge sempre, senza sosta, ininterrottamente con le più diverse tecniche: spatola, pettine, dita sino al 19 gennaio 2013 quando improvvisamente, in silenzio … Va. Ecco allora che la mostra e il catalogo, che presentiamo oggi, proprio nel giorno della sua nascita,
vuole rendere finalmente omaggio a Filippo: un omaggio che non vuole essere puramente celebrativo, ma piuttosto una sfida il più possibile spregiudicata per tutti coloro che non lo hanno veramente conosciuto quale realmente era … un artista a volte forse scomodo, ma sempre autenticamente se stesso.