La memoria è tesoro e custode di tutte le cose. Taluni ricordi sono però così inafferrabili nel loro essere appesi al niente che fanno perdere il senso di sé. Una luce sul senso di parcellizzazione di sé che costantemente è vissuto da una persona affetta da Alzheimer, la si è data grazie al convegno tenutosi lo scorso 26 luglio presso la Sala Consiliare del Comune di Minturno: “La persona con Alzheimer: dignità, sostegno, ed azione terapeutica”.
Ad aprire il dibattito sul tema è stato il dottor Franco Esposito, consigliere comunale delegato alla Sanità, che ha precisato l’importanza della restituzione del senso di dignità di cui se ne sente lo smarrimento nelle persone affette da suddetta patologia. Si è susseguito l’intervento del dottor Guglielmo de Rosa, psicologo e psicoterapeuta presidente dell’Associazione Vox Alterna, che ha spiegato la valenza degli interventi psicologici ed arteterapeutici ponendo l’accento sull’esistenza dei centri d’incontro di matrice olandese che hanno preso poi piede sul territorio Europeo dove l’elemento psico-sociale è forte, con particolare attenzione ai familiari delle persone che hanno queste problematiche. “Si agisce su tre livelli. Il primo livello è cognitivo, il secondo livello invece emotivo ed il terzo è quello sociale. Riguardo il primo livello lo si intende come cognitivo pratico mantenendo quindi ferme le attività quotidiane che richiedono attenzione, concentrazione come il cucinare ad esempio; quello emotivo è una risorsa che rimane abbastanza intatta nella persona con Alzheimer quindi tutto l’aspetto evocativo, del ricordo associato agli affetti, alle emozioni è una parte del percorso che va incentivata e tutelata anche grazie ad interventi musicoterapici o arteterapeutici. Il livello sociale è più problematico visto che non tutti prediligono una standardizzazione ed occorre perciò personalizzare gli interventi visto che ognuno ha le proprie caratteristiche, problematiche, abilità ed è quindi indispensabile capire se può fare un percorso strutturato o di gruppo oppure individuale. Questi tre livelli sono alla base del centro d’incontro con lo scopo di rallentare il più possibile il decorso della malattia”.
Ha preso poi la parola il dottor Virgilio Costanzo, dirigente medico del Ministero della Salute, illustrando le problematiche inerenti alla prevenzione ed assistenza sanitaria nel trattamento del paziente affetto da tale patologia: “Non si è davanti ad un problema psichiatrico dato da un disadattamento sociale o ambientale così come erroneamente si riteneva in passato, bensì ad anomalie del cervello. La prevenzione può essere quella generica che mira a proteggere tutto il sistema cardiovascolare e riguardo quella terapeutica si è sempre in fase di continua sperimentazione. Quindi una vera e propria terapia per l’Alzheimer non c’è”.
Nella fase conclusiva è intervenuta Giuliana De Rosa, infermiera ed educatrice che ha deciso di approfondire i suoi studi in tema di intervento musicoterapico ed arteterapeutico in pazienti affetti da demenza, rilevando quanto gli opportuni stimoli abbiano indotto in tali soggetti un’apertura alle emozioni: “Queste persone sono riuscite a comunicare in maniera più esplicita il loro stato emozionale che poteva essere di rabbia, disagio ma anche gioia. Hanno riscoperto il loro diritto a comunicare”.
Sul tema della comunicazione attraverso canali “artistici” ha apportato il suo contributo Renato De Michele, musicoterapista, spiegando che valevole supporto può essere la musica, le canzoni: “Noi conosciamo più canzoni che poesie. Le canzoni ci accompagnano nei momenti più significativi della nostra vita tant’è che possiamo raccontare parte della nostra vita citando i testi delle canzoni. Nelle canzoni infatti esiste una memoria che viene sollecitata dal ritmo, dalla metrica. Chi è affetto da Alzheimer ha pochissima memoria però attraverso la sollecitazione della memoria musicale insita in ognuno di noi si ricostruisce la storia di ogni singolo paziente”.
I ringraziamenti e saluti conclusivi sono stati posti dall’assessore alle Politiche Sociali, Mimma Nuzzo, testimone della particolare sensibilità del territorio di Minturno a questi temi affinché si rammenti che perdere il passato significa perdere il futuro.
A PAGINA 2 – VIDEO: L’INTERVISTA AL DOTTOR DE ROSA