Nessun abuso e dunque nessun abbattimento a Villa Tomassi. O almeno il Comune non è riuscito a dimostrare il contrario. L’ente locale ha così incassato l’ennesima sconfitta sul fronte della giustizia amministrativa, finendo condannato dal Consiglio di Stato a pagare all’appellante anche tremila euro di spese legali.
Dopo un sopralluogo compiuto il 15 novembre 2011 dai forestali di Sabaudia, nella villa sulle dune di Lina Tomassi, la proprietaria dell’immobile era stata accusata di aver eseguito un ampliamento abusivo della villa e di aver compiuto altri abusi relativamente a un locale adibito a deposito. Ipotesi contestate dalla difesa di Lina Tomassi, che dopo aver subito penalmente anche un sequestro ha ottenuto ben presto l’archiviazione dell’inchiesta.
Il 4 febbraio 2002 il Comune di Sabaudia aveva però emesso un’ordinanza di abbattimento delle opere ritenute abusive, avallata dal Tar.
Lina Tomassi ha fatto appello, specificando di aver disposto soltanto interventi di restauro, rispettando pienamente la licenza edilizia ottenuta nel 1964. A tal proposito i legali della proprietaria della villa, gli avvocati Marcello Montalto e Orlando Sivieri, hanno anche chiesto al Comune quella licenza, ma senza successo. E l’ente non ha depositato l’incartamento neppure nel corso del giudizio a Palazzo Spada.
Ritenendo valide le argomentazioni dell’appellante e specificando che a quel punto a dover dimostrare il contrario, dunque che vi erano stati abusi nella villa rispetto alla vecchia licenza edilizia, doveva essere il Comune, i giudici hanno accolto l’appello e annullato l’ordinanza.
“Il Comune – si legge nella sentenza – pur costituitosi in causa, non ha dato risposta, né ha ritenuto nei propri atti difensivi di dovere in alcun modo spiegare tale sua condotta. Da tale comportamento, si deve allora trarre la conclusione che il Comune stesso non ha adempiuto all’onere probatorio su di lui trasferito”. E per l’ente locale è arrivata anche la condanna a pagare le spese.