Gli abusi edilizi a Villa Caiazza devono essere abbattuti. Ad avallare l’ordinanza di demolizione emessa dal Comune di Sabaudia ben tredici anni fa è ora il Consiglio di Stato, respingendo l’appello di Domenico, Brunella e Patrizia Caiazza, proprietari di uno degli immobili sul lungomare.
Una sconfitta per i vip, che hanno ottenuto l’annullamento solo del provvedimento con cui l’ente locale nel 2012 ha disposto l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale dell’area su cui sono stati realizzati gli illeciti e di quella circostante, essendo stata ritenuta tale superficie troppo ampia rispetto a quella della costruzione sotto accusa.
Invano i Caiazza, che per tale vicenda hanno subito anche un sequestro penale, si sono giustificati sostenendo di aver fatto della semplice manutenzione su un seminterrato un tempo utilizzato come ricovero per imbarcazioni, necessaria anche ad evitare smottamenti della duna.
Nessuna prova della preesistenza del manufatto. Ma soprattutto l’immobile, trovato allo stato grezzo, articolato su tre piani e destinato ad abitazione, per i giudici avrebbe subito quantomeno una illecita trasformazione della destinazione d’uso.
Un immobile costruito anche sotto il livello stradale della Lungomare.
Respinta sempre da Palazzo Spada anche la richiesta di convertire l’ordine di demolizione con una sanzione pecuniaria.
Abusi dunque da eliminare, con ripristino dello stato dei luoghi, e annullata l’acquisizione gratuita dell’area, “salve restando le ulteriori determinazioni dell’amministrazione”.
La palla per garantire che la dependance fuorilegge della villa venga eliminata passa così al Comune di Sabaudia.