Nuove scoperte archeologiche nei fondali del Circeo

Un’altra importante operazione di recupero di reperti archeologici è avvenuta la mattinata del 18 giugno 2018 nelle acque del Circeo, con un’azione congiunta tra la Guardia Costiera di San Felice con il comandante Antonio Caserta e il vice Canale al timone della motovedetta, e l’Aliquota Sommozzatori del Carabinieri comandata da Renato Solustri. L’intera operazione è stata coordinata dalla dott.ssa Chiara Delpino, Funzionario archeologo responsabile tutela subacquea della Soprintendenza archeologia per le province di Frosinone, Latina e Rieti, che si è immersa col gruppo. Il nuovo sito, venuto allo scoperto dopo le ultime mareggiare, era stato segnalato da Massimiliano Accolla che lo aveva individuato nel corso di immersioni con gli allievi del suo Diving col quale opera a San Felice. E’ stato recuperato materiale eterogeneo, “si tratta non di un unico carico ma di un accumulo di diversi carichi che abbracciano più secoli di storia” precisa la dottoressa Delpino.

Sono anfore di varie forme a dimensioni, le più antiche sono del tipo “Dressel IA”, alcune quasi integre, di piatti e altro materiale da repertare. Un’anfora conserva ancora il tappo ligneo sigillato con materiale che appare di colore scuro, avente una scritta nera un po’ sbiadita nella parte alta tra i manici (un titulo picto), ossia la sigla “ML” che può rappresentare il nome dell’armatore della nave, oppure del commerciante proprietario del lotto di merce; comunque anche la scritta sarà oggetto di attenta valutazione. L’operazione è stata sollecitata dal delegato ai Beni Culturali del Comune di San Felice Circeo Angelo Guattari, stante la necessità di prevenire ulteriori razzie di queste importanti testimonianze della storia del territorio, specialmente di quei reperti emersi alle basse profondità e di facile asportazione. Altro materiale rimane ancora sul fondo marino, una grande ancora di circa due metri e mezzo, segnalata dal fotografo subacqueo Umberto Natoli, e importanti resti lignei di notevole spessore e dimensioni appartenenti alla chiglia di una nave coricata sul fondo, reperti sui quali la Guardia Costiera vigilerà costantemente in attesa di una seconda prossima operazione di recupero dopo averne valutato l’opportunità, almeno per i reperti in legno la cui conservazione fuori acqua è molto complicata.