Itri, programma estivo: l’ex delegata alla Cultura critica

Paola Soscia, ex assessore alla Cultura di Itri, interviene sul calendario approntato dall’amministrazione per l’estate. Puntando il dito. 

“Finalmente, dopo circa tre mesi di silenzio assoluto a livello culturale, il paese si sveglia dal torpore invernale e primaverile e l’amministrazione comunale, orfana dell’assessorato alla Cultura dal 7 febbraio scorso – la cui pagina bianca pesa come un macigno – appronta il programma estivo. In qualità di ex addetta ai lavori non posso esimermi dall’esprimere spontaneamente una riflessione.


Sicuramente il cartellone si presenta, come lo stesso sindaco ha chiarito nel messaggio che funge da chiosa al programma (scritto che io avrei tranquillamente evitato in quanto le autocelebrazioni non mi appartengono né come persona tantomeno come politico, preferisco siano i cittadini i veri e principali giudici e attori di queste calde notti itrane), dicevo, il cartellone si presenta come un grande contenitore, pieno di appuntamenti anche con punte di decisa eccellenza, perché no, ma con eventi ‘spot’ dietro ai quali è evidente e tangibile la mancanza totale di progettualità. Eventi anche di spessore inseriti però in una programmazione semplicemente stilata per riempire delle date. Mi spiego meglio. Parto dalla mostra di pittura dedicata agli artisti itrani. Una cattedrale nel deserto. Dove sono finite le esposizioni di pittura e fotografia ad oltranza di ‘Itri – prova d’autore’, organizzate presso il Museo e il Castello? Si sarebbe potuto cambiare il titolo, il format, il target… quello che vi pare. Respirare arte e cultura costantemente, evitando di sparare fuochi d’artificio solo alle feste comandate, si può. Mi si stringe il cuore vedendo la sala congressi del museo spesso vuota, gli espositori acquistati, conservati e lasciati in pasto alla polvere nel magazzino del museo stesso. Quante stampe del Pinelli e altre ancora accatastate nell’archivio avrebbero potuto trovare una collocazione dignitosa, una protezione e saziato gli occhi attenti del visitatore! Eh no e chi lo fa? Ci vuole lavoro, amore, passione e dedizione, fatti non parole.

Noto poi con vivo apprezzamento che si esibiranno due grandi donne del jazz italiano. Benissimo, sarò in prima fila ad applaudirle. Ma, mi chiedo… tutto il discorso avviato lo scorso anno sulla musica jazz, vale a dire sulla sensibilizzazione dei giovani verso questo genere musicale un po’ di nicchia, lavoro portato avanti orgogliosamente e fieramente da risorse umane itrane, e parlo di giovani critici musicali, appassionati e competenti… dov’è finito? Ma no, questi ragazzi lasciamoli andare fuori a lavorare! Avranno il loro spazio magari in città, in contesti underground. Qui non troveranno mai la loro dimensione perché non ben allineati al sistema. La collaborazione avviata con Radio Rai Tre tramite l’Associazione Jazzflirt… completamente annientata. Vuol dire che le registrazioni dei concerti jazz ‘sperimentale’ che solo una matta di assessore alla Cultura ha permesso che si realizzassero, rimarranno semplicemente negli archivi Rai.

Un’altra mancanza che mi ferisce un po’ è la totale assenza de ‘Le notti dei briganti’. Eppure è stato bello danzare la pizzica, il salterello, unire generazioni nel semplice gesto spontaneo del ballo! Abbiamo una cultura fortemente legata al fenomeno del brigantaggio, alla musica popolare ad essa collegata, una ricerca in tal senso non sarebbe dovuta mancare! Forse qualcuno avrebbe dovuto redigere e presentare un progetto, ma ahimè anche questa pagina resta bianca. Leggo poi di sinergia e collaborazione con le tante realtà associative che animano Itri e che ne costituiscono sicuramente un valore aggiunto. Per me sono state linfa vitale. Alla sottoscritta risulta però che alcune associazioni fino a qualche giorno fa non erano ancora a conoscenza del contributo concessole e quindi non messe in condizioni di lavorare serenamente, demotivate, né vedo ancora pubblicata una delibera di giunta con un piano economico dettagliato. Alla faccia della trasparenza!

E vengo ora alla veste tipografica della brochure. Vedo con non molto stupore che i fuochi d’artificio sono divenuti elementi presenti, dominanti e ricorrenti su diversi prodotti tipografici. Non penso siano caratterizzanti la nostra cultura, così come ritengo poco espressivo della nostra identità, il video di promozione turistica Visit Itri costato 1600 euro, sulla città di Itri, tecnicamente ben realizzato con passaggi interessantissimi dal punto di vista della fotografia sui luoghi della cultura, ma scadente a livello di contenuti in quanto Itri non è quella che se ne deduce, e cioè infiorata, festa patronale, spadaccini e quanto altro. Manca ogni riferimento antropologico alla nostra tradizione rurale, alla nostra terra. Itri è un’altra cosa…. e i cittadini meritano ‘rispetto prima di tutto’ perché ‘la cultura permette di distinguere tra il bene e il male, di giudicare chi ci governa, la cultura salva (cit. Claudio Abbado)”.