Google Translate, i limiti del più famoso traduttore automatico

Google Traslate è diventato nel tempo uno dei punti di riferimento mondiale nell’ambito della traduzione veloce. Al momento è a disposizione di più di 500 milioni di persone al giorno e supporta più di 100 lingue, compresi zulu, yiddish e swahili. Come la tradizione di Google vuole, l’esperienza d’uso è fondata sulla semplicità: si scrive la frase nella lingua che si vuole, Google la riconosce a la traduce in tempo reale, successivamente può essere esportata e migliorata come si preferisce.

Grazie alla sua velocità e semplicità, Google Translate è diventato uno degli strumenti di riferimento per traduzioni brevi e rapide online. Ma questo non significa che sia sempre infallibile. Può capitare che se ci affidiamo ciecamente ai suoi suggerimenti, senza avere una minima base della lingua straniera che stiamo traducendo, si finisca per fare un’irrimediabile gaffe. Infatti, dal momento che si tratta di un traduttore automatico, questo non si basa sulla grammatica e, per questo motivo, molto spesso fa inorridire i traduttori di professione per il modo spesso scorretto con cui effettua le traduzioni.


Questo accade perché Google Translate lavora su base statistica e, dunque, le traduzioni che appaiono sulla destra dello schermo sono il risultato di un sistema incrociato di testi già scritti e tradotti: una sorta di combinazione di sistemi di apprendimento automatico e di intelligenza artificiale. Alla base di questo c’è la Machine Translation che analizza grandi quantità di testi e documenti presenti sul Web già tradotti, come ad esempio libri o trascrizioni. Questi testi vengono utilizzati dagli algoritmi di Google per creare schemi per tradurre testi simili. Ma questo può portare a numerosi errori, soprattutto per quanto riguarda le traduzioni tecniche dove non basta la semplice conoscenza della lingua che dobbiamo andare a tradurre, ma è necessaria anche una conoscenza approfondita di tematiche e termini tecnici che potrebbero non essere riconosciuti dai traduttori automatici.

Inoltre, l’italiano è una lingua molto difficile da tradurre se non si ha una buona base grammaticale. Infatti, facendo troppo affidamento su Google Traslate può succedere che la pianta aromatica della menta diventi lies, il congiuntivo presente del verbo mentire, o che delle buonissime pappardelle agli scampi in realtà non appaiano così gustose con la traduzione pappardelle to you escape him oppure che del semplice tè alla pesca diventi the to the fishing.
Queste difficoltà aumento in maniera esponenziale soprattutto con lingue come il greco, il cirillico, il cinese o l’arabo, le quali hanno alfabeti diversi da quello latino. Allo stesso modo, si verificano particolari problemi anche quando, per alcune lingue, non ci sono abbastanza documenti tradotti sul web che possono essere utilizzati per sviluppare campioni e per istruire il sistema.
La traduzione statistica risulta quindi sviante perché effettua una traduzione “parola per parola” slegandola dal resto del contesto della frase. Questo è uno degli errori più gravi che possono essere fatti in traduzione dal momento che le espressioni idiomatiche e le formule fisse non hanno quasi mai delle equivalenze perfette nelle altre lingue ma devono essere adattate di volta in volte all’utenza che si ha intenzione di raggiungere.