È uscito nelle scorse settimane, il nuovo romanzo del prof. Pasquale Scipione.
Il libro, edito dalle Arti Grafiche Caramanica di Minturno, porta un titolo evocativo: “ITE: Il caso è irrisolto”, parafrasi di ite: missa est, frase conclusiva del sacerdote celebrante, quasi a voler indicare un passo avanti nella maturità dello scrittore, che aveva pubblicato qualche tempo addietro un altro romanzo dal titolo “Ritorno tedesco con incognita”.
Tale ultimo citato romanzo, in cui gran parte della vicenda si svolge nel Castello, della cosiddetta contessa Pellegrino di origine russa, è collocato sul promontorio di Gianola, Presidio militare tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale.
Con mezzi espressivi lineari, l’autore ripercorre un pezzo di storia contemporanea non soffermandosi sulla grande catastrofe che sconvolse il mondo, ma analizzando l’angoscia e l’ostinazione della protagonista, Brunilde, figlia un caporale tedesco dalle lontane origini italiane, ucciso proprio durante l’occupazione di Gianola, e di cui non si conosce l’assassino, ma che con indomita caparbietà, dopo tanti anni, ritorna in Italia per scoprire la verità.
Tra finzione e realtà, l’autore cerca di dare una risposta all’interrogativo che alimenta il rancore di Brunilde, che alla ricerca di testimoni a Formia, s’imbatte in Lino, figlio di un italiano fatto prigioniero e obbligato a lavorare per i tedeschi con altri italiani proprio al Castello di Gianola. Da questo incontro, le sofferenze di una famiglia formiana dopo la distruzione della loro casa al centro e la fuga in campagna e poi in montagna, s’intrecciano con la tragica fine del caporale Gunter.
Dopo il suo primo lavoro, in cui ci si sofferma soprattutto ad analizzare il contesto storico sociale in cui si sviluppa l’evento, l’Autore decide di contestualizzare il romanzo nella città di Torino, durante i festeggiamenti del centenario dell’unità d’Italia.
“Visioni, impressioni, emozioni sedimentate nella memoria di un giovane meridionale in cerca di lavoro al Nord che, suo malgrado, si trova coinvolto in un delitto di cui è sospettato”
L’autore, più che evocare quei festeggiamenti, si sofferma ad analizzare le difficoltà d’integrazione delle forze lavoro provenienti dal sud, i pregiudizi nei loro confronti tali da essere perfino indesiderati come inquilini “non si fitta ai meridionali”, il loro sentimento di emarginazione sociale, il pregiudizio nei confronti dei diversi ancora più diffuso nella società dei nostri giorni. Il nuovo romanzo il cui titolo è “ITE: Il caso è irrisolto”, parafrasi di ite: missa est, frase conclusiva del sacerdote celebrante, segna un passo avanti nella maturità dello scrittore. Un giallo in cui non predomina l’intrigo, il detective infallibile, colpi di scena improvvisi……. ma che sviluppa un’attenta analisi dei personaggi e delle variabili sociali in una grande città industriale del nord Italia. Qui l’autore ha soggiornato per un periodo in cerca di lavoro alla FIAT, la più grande fabbrica italiana con la più attiva classe operaia del paese, protagonista di cambiamenti politici e sindacali in un momento storico particolare. Lo stile narrativo è lo stesso: un linguaggio fluido, senza ampollosità verbali, tipico dell’autore.
Una ragazza della buona borghesia torinese viene trovata morta nel Parco del Valentino. L’assassinio sconvolge la città, impegnando a fondo gli investigatori che finiscono per concentrarsi soprattutto su due estranei al contesto sociale della città. Zephir ragazzo libico fidanzato di Chiara e Lino, terrone del sud in cerca di lavoro che incontra Chiara, la ragazza assassinata, all’uscita dalla basilica di S. Maria Ausiliatrice dopo la messa domenicale. I testimoni e i soggetti informati dei fatti si mascherano dietro un perbenismo borghese che rende difficile il lavoro degli inquirenti poiché come dice Dostoevskij nel romanzo I Demoni: “la verità’ autentica è sempre inverosimile. Per renderla più verosimile la verità bisogna assolutamente mescolarla con la menzogna. È così che hanno sempre agito gli uomini”.
Il Giudice Neri ed il Maresciallo Perretta, attenti soprattutto al rispetto delle regole deontologiche oltre quelle del vecchio codice penale, non troveranno l’assassino. Ma alla fine…basta leggerlo! ….