Pontile Petroli, Claudio Marciano: “L’unica soluzione è fuori dal Golfo”

“La delocalizzazione del pontile petroli dell’Eni è un bisogno sentito da tutta la comunità del Golfo. Il danno ambientale ed economico di questa servitù industriale gravita interamente sulle spalle dei cittadini di Formia e Gaeta, i quali non ne traggono alcun vantaggio.” Lo dichiara in una nota stampa il candidato sindaco di Formia, Claudio Marciano.

“La decisione, intrapresa dall’Autorità Portuale, di prorogare l’attuale concessione demaniale per ulteriori dieci anni va nella direzione esattamente contraria agli impegni presi finora con il Comune di Formia. L’ipotesi, già scongiurata anni fa, di ricollocare le attività di trasferenza delle petroliere su una banchina in prossimità della spiaggia di Vindicio, è inaccettabile ed è destinata ad attivare un conflitto ambientale senza precedenti. Altrettanto sconveniente è che si istituiscano tavoli decisionali sullo specchio acqueo del Golfo senza coinvolgere Formia e senza attendere l’arrivo della sua nuova Amministrazione.”


“Il procedimento amministrativo per il rinnovo della concessione al pontile va pertanto congelato, il tavolo di discussione ampliato a Formia e va programmato la dislocazione off-shore dell’impianto, concordando con Eni una soluzione che abbia tempi rapidi e costi sostenibili. Il Golfo va pensato come una unica municipalità, e non come un ring dove riproporre ormai tramontati campanilismi: non si può più accettare la presenza di un’Autorità Portuale nel Golfo senza Formia come membro permanente.”

“Alla pari di quanto abbiamo già fatto in occasione dei dissalatori di Acqualatina, su questa piattaforma intendiamo impegnare il Consiglio Comunale alla prima seduta utile e coinvolgere la Regione affinché tuteli il Golfo e le sue popolazioni. Intendiamo anche investire immediatamente l’avvocatura comunale per tutelare la città da qualsiasi atto possa produrre danni ambientali ulteriori alla nostra costa. Tuttavia, a prescindere dalle dinamiche istituzionali, vi è il tema di una mobilitazione dei cittadini che ridiscuta completamente l’attuale sfruttamento dello specchio acqueo del Golfo, e decida se il suo futuro sono petroliere e allevamenti di pesci, oppure il turismo balneare e sportivo. Noi sosteniamo la seconda ipotesi.”