Due soli accessi al mare e per un periodo limitato, la soluzione trovata dal Comune per far andare in spiaggia i disabili

Il libero accesso alla spiaggia è un diritto inalienabile per tutti. Poter raggiungere liberamente l’arenile e la stessa battigia è un diritto e non una concessione sia per gli abili che per i disabili. Impedire o limitare la possibilità di andare al mare a chi si trova in sedia a rotelle è una violazione dei principi costituzionali, delle leggi e dei principi fissati dalle Nazioni Unite. A Sabaudia, però, è stato facile allestire una delle prime spiagge per cani del Lazio e continua ad essere difficile rispettare le norme a tutela di quanti si trovano in difficoltà. A far cambiare rotta non sono stati sufficienti le nuove regole fissate dalla Regione Lazio, nuovi amministratori e una durissima ordinanza del Tribunale. Una piaga che appare evidente guardando alla recente delibera approvata dalla giunta comunale, con cui la soluzione trovata a quella che il giudice Mariella Facchini ha definito una forma di “discriminazione indiretta” è stata sistemare due passerelle per far raggiungere la spiaggia, tra l’altro solo per parte della stagione balneare, a chi si trova costretto su una carrozzella.

Giovedì scorso la sindaca Giada Gervasi, il suo vice Alessio Sartori e gli assessori Fabiana Marangoni, Angelo D’Erme e Gianpiero Macale hanno approvato una delibera con cui danno mandato al responsabile comunale del settore “Qualità della vita” di predisporre due accessi a mare per i disabili in zona Bufalara e nei pressi dell’incrocio con la strada Sant’Andrea. Un provvedimento preso specificando che “la spiaggia e il turismo non sono solo un business”, che l’arenile deve essere accessibile a tutti, che questo è l’obiettivo dell’attuale amministrazione comunale e che i due accessi sono stati pensati dopo il positivo esperimento fatto nell’agosto scorso con la sistemazione di un accesso alla Bufalara. Previsto quindi che i varchi per i disabili siano fruibili dal 15 giugno al 9 settembre. Una delibera che, in una nota diramata dallo staff del sindaco, Gervasi definisce “un altro piccolo ma fondamentale passo” per fare di Sabaudia una “citta accessibile, dunque accogliente e includente”. Tutto qui. Un po’ poco forse. Forse un po’ troppo poco. E forse non è male provare a fare un po’ di ordine sulla vicenda.


La normativa che garantisce ai disabili gli stessi diritti di tutti i cittadini è corposa. Per rendere superflua qualsiasi discussione sul diritto di chi si trova in sedia a rotelle a poter agevolmente raggiungere la battigia basterebbe la legge quadro sulle persone con disabilità, la N. 104 del 1992, che all’articolo 23 prevede anche multe e la chiusura da uno a sei mesi per gli esercizi commerciali che discriminano i disabili, oltre al diritto di quest’ultimi di chiedere un risarcimento per tutti i danni subiti da simili condotte. Previsioni che riguardano anche chi ha in concessione spiagge off limits per chi si trova in sedia a rotelle. Misure previste anche dalla legge N. 67 del 2006. Senza contare che la stessa Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità stabilisce che va promosso, protetto e garantito il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, per promuovere il rispetto per la loro integrale dignità. A Sabaudia nessuno per anni sembra però essersi posto il problema. Neppure quando a reclamare i diritti dei disabili si sono presentati in Comune e poi in Tribunale a Latina prima Fabrizio Ghiro e poi anche l’associazione Luca Coscioni.

A imporre la sistemazione dei diversi accessi al mare, assicurando ai disabili di poter arrivare fin sulla battigia non soltanto in una o due zone ma lungo tutto l’arenile, è poi intervenuto il nuovo regolamento regionale sull’utilizzo del demanio marittimo, che ordina a tutti i concessionari del Lazio di rendere l’area data loro in concessione fruibile anche ai disabili. Ma nella “città delle dune” sempre e solo silenzi.

Si è arrivati quindi alla campagna elettorale dello scorso anno, dove il tema dell’accessibilità alle spiagge è diventato centrale, tra promesse, proclami e persino maxi manifesti con disabili in spiaggia. Sembrava giunto il momento della svolta. Lo sembrava ancor di più essendo cambiata la giunta, con i civici andati a sostituire un centrodestra che ha amministrato il Comune per lunghi anni. Poi tutto, o quasi, è rimasto uguale.

A marzo il Tribunale di Latina, accogliendo le richieste di Ghiro e dell’associazione Coscioni, ha così condannato il Comune per condotta discriminatoria e imposto l’adeguamento di tutti gli accessi al mare entro quattro mesi, specificando che l’ente locale è stato responsabile di una “persistente condotta omissiva”. Condotta da imputare ai precedenti amministratori, ma la giunta della sindaca Gervasi anziché ottemperare all’ordinanza ha deciso di impugnarla in Corte d’Appello. Ed ecco che la soluzione prospettata ai disabili per godere anche loro quest’anno del mare è ora quella di due soli varchi accessibili tra l’altro per un periodo limitato. Una scelta che sembra ribadire il concetto che all’ombra del promontorio e in riva al mare tutti uguali ma alcuni meno uguali degli altri. Sicuramente non è semplice rendere pienamente fruibile il litorale di Sabaudia, ma sembra altrettanto semplice comprendere che con la delibera di giunta appena varata, continuando a ignorare leggi e regolamenti, appare alquanto arduo poter definire Sabaudia “accogliente e includente”.