Il figlio di Cha Cha Di Silvio si è pentito: le “dritte” nell’inchiesta Arpalo

La sede della guardia di finanza di Latina

Non è da tempo un mistero che il figlio di Costantino Cha Cha Di Silvio stia collaborando con la giustizia. Il trentenne Renato Pugliese, protagonista di diversi episodi di malavita nella storia recente del capoluogo pontino e arrestato l’ultima volta insieme ad altri appartenenti al clan rom nel dicembre 2016, si è pentito e sta riempiendo pagine e pagine di verbali, cercando di contribuire a far luce su fatti e misfatti del crimine latinense. Un contributo ritenuto importante e attendibile dagli inquirenti e che per la prima volta, con l’inchiesta “Arpalo”, compare anche su un atto giudiziario conoscibile.

Pasquale Maietta

Cha Cha è da sempre legato da una stretta amicizia all’onorevole Pasquale Maietta. Un rapporto nato sui campi da calcio e mai interrotto. Almeno fino all’inchiesta “Don’t touch”, quando l’esponente della criminalità rom è finito in carcere con l’accusa di essere a capo di una potente associazione per delinquere e l’ormai ex deputato indagato a piede libero. Da quel momento Maietta ha iniziato a prendere le distanze da quell’amico che aveva fatto lavorare all’interno dello stesso club nerazzurro e che gli investigatori ritengono dettasse legge allo stadio ai tempi del Latina Calcio in serie B. Ora, però, l’onorevole e i suoi uomini di fiducia, arrestati nell’ambito appunto di “Arpalo”, sono costretti a fare i conti anche con le dichiarazioni del figlio dell’amico Cha Cha.


Gli inquirenti danno notevole valore a quanto riferito da Pugliese su Giovanni Fanciulli e Roberto Noce, considerati persone di fiducia dell’onorevole e impiegati come prestanome nelle coop che sarebbero state utilizzate per far evadere milioni di euro a diverse società di autotrasporti. Dichiarazioni indicate come “dirimenti”. Pugliese, interrogato il 20 gennaio, il 7 febbraio e il 29 marzo 2017, “con dovizia di particolari”, ha parlato dei rapporti tra Maietta, Noce e Fanciulli, “sottolineando – specifica il gip Laura Matilde Campoli nell’ordinanza con cui ha disposto misure cautelari per 13 indagati – l’asservimento di costoro al primo”.

Renato Pugliese

Il pentito ha sottolineato che Fanciulli gestiva un bar che in realtà apparteneva a Maietta, che ha una “bella villa con giardino solo grazie a Maietta”, che faceva solo ciò che l’onorevole “gli chiedeva”, che “apriva società cooperative che poi lasciava con debiti” e che, “dopo il suicidio dell’avvocato Paolo Censi era molto preoccupato temendo di essere coinvolto per le vicende legate al Latina Calcio”. Sempre il figlio di Cha Cha ha poi riferito che Noce “è sempre stato uomo di Maietta e ne ha tratto benefici economici”, che “ha fatto affari con Maietta utilizzando prestanome per le società” e che “entrambi erano bravi a prendere società che poi facevano morire indebitate con prestanome”. Affermazioni che, precisa il gip, “hanno trovato ampio riscontro in tutta l’attività investigativa della polizia giudiziaria”. Ancora: “In particolare la Guardia di finanza ha accertato che Fanciulli Giovanni era amministratore di ben 31 società riconducibili a Maietta e a Di Raimo, quest’ultimo in particolare per quanto attiene le attività di consulenza fiscale e contabile”. Infine: “Riscontri sono emersi anche con riferimento alla posizione di Noce Roberto, che è risultato coinvolto in 18 società all’interno delle quali ricopriva diverse cariche, società tutte riconducibili a Maietta e Di Raimo”.

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