I soggetti da curare sono ancora tanti (circa 20mila persone), ma le stime del 2018 dicono che “nel Lazio potranno essere trattati almeno 6mila pazienti che hanno contratto l’epatite C: un numero in aumento rispetto ai tre anni precedenti”. A dirlo, come riportato dall’Agi, Mario Angelico, ordinario di Gastroenterologia dell’Università Tor Vergata, nonché direttore dell’Unità di Epatologia e Trapianti della Fondazione PTV.
I dati (già 1500 trattamenti nei primi tre mesi di quest’anno) giustificano l’ottimismo di specialisti epatologi e infettivologi che si sono confrontati ieri a Palermo. Dall’inizio della prescrivibilità degli antivirali Diretti, nel Lazio sono stati trattate circa 9500 persone. Per gestire questo grande numero di trattamenti, la Regione Lazio ha predisposto un Centro Unico di spesa Regionale ed ha autorizzato 14 Centri prescrittori, sostanzialmente localizzati nei principali Policlinici Universitari e grandi ospedali della Regione.
“Nei fatti, oltre la metà dei pazienti sono stati trattati in 4 grandi ospedali romani, cioè il Policlinico Umberto I (Univ. Sapienza), il Policlinico Universitario Tor Vergata, il Policlinico Gemelli (Univ. Cattolica) e l’Ospedale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani – ha spiegato ancora il professor Angelico -. Vi sono 4 centri prescrittori anche nelle altre provincie laziali e specificamente negli ospedali di Viterbo, Latina, Frosinone e Rieti. Questi ultimi centri hanno trattato complessivamente circa 1000 pazienti. Non è noto quanti siano i pazienti HCV infetti del Lazio ancora da trattare. E’ presumibile che siano almeno altri 10/20mila”.