La Psicologia del Lavoro: cosa è, finalità ed ambiti di intervento

Sappiamo tutti che il lavoro occupa la maggior parte delle giornate di una persona, sia in termini di tempo, che di passione, che di impiego. Per questo motivo è fondamentale lavorare in un ambiente sereno e non tossico. Vivere una situazione di disagio lavorativo vuol dire esaurire le proprie energie, favorire lo stress, aumentare l’ansia, abbassare l’autostima e dimezzare la spinta motivazionale. Ultimamente si sente sempre più parlare di psicologia del lavoro.

Che cos’è la psicologia del lavoro

Ma di cosa si tratta realmente? Vediamo, insieme, di approfondire l’argomento e capire l’importanza di tale scienza. La psicologia del lavoro è una branca della psicologia che studia il comportamento delle persone nell’ambito lavorativo, in relazione ai rapporti interpersonali, alle funzioni da svolgere, alle regole da rispettare e al tipo di attività svolta da tutta l’organizzazione aziendale. Secondo alcuni ricercatori risulterebbe una specifica relazione tra: una buona condizione morale, le relazioni di lavoro salutari e una produttività funzionale.


Lo Psicologo del lavoro è una figura altamente specializzata, le cui competenze spaziano da quelle più generiche, proprie della psicologia clinica, a quelle più specifiche, proprie della psicologia del lavoro. Lo specialista si interessa dell’acquisizione, della gestione e dello sviluppo delle risorse umane di un’azienda.

Gli obiettivi principali della psicologia del lavoro sono:

  • Favorire il benessere fisico dei lavoratori, per ottenere automaticamente la massima produttività;
  • Migliorare le condizioni di benessere psicologico di tutto il personale lavorativo, per non incorrere in situazioni di burn-out e disturbi da stress lavorativo;
  • Creare un ambiente lavorativo sano e tranquillo in cui poter lavorare in modo funzionale e soprattutto costruttivo.

Quindi alla base della psicologia del lavoro ci sono: l’analisi dei bisogni del singolo lavoratore e la valutazione di tutto il sistema aziendale.

Cosa fa lo psicologo del lavoro?

  1. Si occupa della selezione e valutazione del personale da assumere, ovvero di trovare la persona adatta ad un determinato incarico. Attraverso una serie di specifici test psicologici, esamina i candidati in tutti i loro aspetti cognitivi, sociali e attitudinali;
  2. Valuta attentamente le caratteristiche e le potenzialità di tutto il personale, organizzando colloqui singoli o di gruppo, interviste, etc. Alla fine della valutazione stila una scheda per ogni singolo lavoratore;
  3. Propone ed organizza interventi di formazione per ogni ruolo esistente all’interno dell’azienda, per migliorare l’ottimizzazione delle potenzialità lavorative;
  4. Svolge un servizio di consulenza individuale per la carriera;
  5. Applica tecniche per aumentare le motivazioni al lavoro, pianificando, ad esempio gli obbiettivi in maniera chiara e reale;
  6. Si occupa dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro;
  7. Favorisce la formazione di reti personali all’interno del contesto lavorativo;
  8. Si occupa di orientamento scolastico e professionale;
  9. Costruisce percorsi professionali mirati per favorire gli avanzamenti di carriera;
  10. Valuta il possibile rischio da stress lavorativo esistente nell’ambiente di lavoro (ad esempio casi di mobbing, bossing, etc.).

Lo specialista ha il compito di prevenire o di risolvere tutti questi fenomeni, per evitare il verificarsi di seri danni all’azienda.

Competenze richieste

Lo psicologo del lavoro deve essere specializzato nel funzionamento delle imprese, conoscere i diritti e i doveri dei singoli lavoratori, valutare le finalità delle singole attività lavorative, in base al personale scelto. È necessario conoscere in modo approfondito tutte le tecniche e gli strumenti relativi alla selezione, alla valutazione e alla formazione del personale.

Deve essere uno specialista in grado di comunicare in modo assertivo, efficace ed empatico. È molto importante che abbia un’approfondita conoscenza del mondo dell’informatica e che sappia parlare almeno una lingua straniera. Infine è caratteristica imprescindibile, la capacità di valutare il possibile rischio da stress lavorativo, uno dei disturbi più diffusi oggi nel mondo del lavoro. Con l’introduzione del D.lgs. 81/08 il rischio da stress lavorativo è diventato uno dei disturbi maggiormente indagati nelle aziende.

Lo psicologo del lavoro è la figura intermediaria tra la direzione amministrativa ed il personale. Lo scopo di tale attività è quello di valorizzare e proteggere la figura del lavoratore, per ottenere un ambiente lavorativo funzionale, produttivo e soprattutto sereno. Utili consigli per gestire le relazioni lavorative disfunzionali.

Capita a tutti, prima o poi, di discutere sul posto di lavoro. È una cosa assolutamente normale, perché siamo essere umani e perché siamo tutti un po’ diversi. Per questo, a volte, può risultare utile seguire alcuni semplici consigli. Prima di tutto è fondamentale evitare che il bagaglio emotivo di un collega possa ferire la nostra sensibilità: dare rispetto per ricevere rispetto. Sicuramente non è facile metterlo in pratica, ma non è neanche impossibile da fare. Non bisogna, inoltre, agire d’istinto.

È sempre bene soffermarsi un attimo a riflettere, per avere una situazione mentale più chiara e più trasparente. In questo modo si evita di alimentare lo schema tossico e disfunzionale che si è creato nel contesto lavorativo. Ed infine, è importante parlarne con uno psicologo del lavoro. Lo specialista può fornire una visione totalmente diversa da ciò che si pensa e proporre una nuova e saggia strategia risolutiva al problema.

Quindi la parola d’ordine è: pazienza! Il consiglio giusto di un professionista qualificato può solo che potenziare la passione e la creatività di un lavoratore. In questo modo vi sentirete ancora più soddisfatti del proprio lavoro e dei propri colleghi. Alzarsi la mattina ed andare a lavoro con il sorriso…Non è da tutti!