Mafia, pompe funebri e affari: niente liquidazione per Trani

Inutile il tentativo di Aldo Trani di ottenere la liquidazione dalla ditta di pompe funebri di cui è stato considerato dagli inquirenti il reale proprietario e messa su con capitali frutto di affari criminali. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dal 60enne di Fondi.

Trani, uno dei principali imputati nel processo denominato “Damasco 2”, relativo all’organizzazione criminale che dettava legge nella Piana, sia in Comune che al Mof, è stato condannato per mafia a nove anni di reclusione.


Secondo gli inquirenti era del 60enne la ditta Parravano-Trani e la sorella Loredana, formalmente la titolare, non sarebbe stata altro che una prestanome. Tesi contestata dall’imputato, che ha quindi chiesto la liquidazione del trattamento di fine rapporto, pari a 7.655 euro, per il lavoro che avrebbe svolto per la ditta funebre dal 1 ottobre 2003 al 13 giugno 2016.

L’istanza è stata però respinta il 26 ottobre 2016 dal gip del Tribunale di Roma. E a nulla è servito il ricorso di Trani prima al Tribunale del Riesame e poi alla Cassazione.